Il numero odierno del quotidiano “La Repubblica” presenta almeno tre interventi interessanti.
Michele Serra se la prende con Giulio Andreotti, che ha definito il governatore della Banca d’Italia Fazio una persona “perseguitata” a causa della sua cattolicità. Scrive Serra: “Cosa c’è di ‘cattolico’, di grazia, nelle conversazioni pappa-e-ciccia del governatore? […] Marcinkus opure Sindona […] erano certamente cattolici (perfino Marcinkus, che è tutto dire), ma non risulta che, all’epoca, siano finiti nei guai perché eageravano con i Pater-Ave-Gloria. […] In un paese fresco reduce da una dimostrazione di strapotere confessionale (i referendum sulla procreazione), e nel quale sono i vescovi a nominare i funzionari pubblici come gli insegnanti di religione, suona davvero come una presa per i fondelli.
Nel supplemento dedicato ai libri, Leonetta Bentivoglio ha intervistato Jean-Pierre Vernant, massimo studioso del pensiero greco. L’intervista si sofferma in particolare sull’atteggiamento nei confronti della morte tra gli antichi greci, i kamikaze, nel cattolicesimo e nel mondo moderno.
Nelle pagine culturali è stato infine ospitato un intervento di Alberto Arbasino, intrigante già dal titolo: “La minaccia del paradiso full time”. Scrive Arbasino: “Una volta, quale premio supremo, si promettevano arpe non-stop. Adesso, tutta un’eternità di chitarre tipo papa-boys e papa-girls? […] Molta teologia, ma nessuno spiega alla gente perché siano cessati certi antichi frequenti miracoli. […] Forse avremo presto anche religioni ‘deboli’, così come analogamente funzionano da tempo i pensieri deboli?