[…] Il presidente dell’Assemblea Hajim al Hassani si è detto «ottimista» che tutto sarà superato e che la nuova Costituzione sarà approvata con il consenso di tutti. E comunque – ha aggiunto in una conferenza stampa – di qui a tre giorni «i gruppi che non aderissero all’accordo sarebbero liberi di prendere la decisione che loro aggrada». […] Il testo elaborato, secondo fonti non ufficiali, afferma che l’Iraq del dopo Saddam sarà uno Stato «repubblicano, parlamentare, democratico e federale» e che l’Islam sarà «la principale fonte» del diritto. Oltre al ruolo dell’Islam nella vita civile, il federalismo, preteso dai curdi e di fatto condiviso dagli sciiti, è stato sin dall’inizio l’ostacolo maggiore incontrato dalla Commissione costituente. I sunniti si sono sempre detti fermamente contrari, sostenendo che la creazione di un Iraq federale rappresenta l’ anticamera per la frantumazione del Paese e inoltre favorisce una iniqua distribuzione delle ricchezze naturali del Paese, poiché i giacimenti petroliferi sono concentrati nelle regioni curde, nel Nord, e in quelle sciite, nel Sud. A questo punto l’approvazione del testo da parte dell’ Assemblea è di fatto una formalità senza possibilità di sorprese. […]
Fonte: l’Unità