«La legge sulla laicità nelle scuole è stata vissuta come una liberazione da molte studentesse e dalle loro famiglie». È la conclusione piuttosto trionfante del rapporto Cherifi che, pochi giorni prima del ritorno dei ragazzi nelle classi francesi (a Parigi venerdì prossimo), traccia il bilancio di un anno di divieto contro il velo islamico e gli altri simboli religiosi evidenti. In totale 47 allievi espulsi da scuola (dei quali 44 ragazze per il velo, 3 ragazzi perché portavano il turbante sikh); 639 segni religiosi notati e fatti levare dal preside (tra i quali 11 turbanti sikh e due croci cristiane). È il successo della laicità, «oggi meglio accettata», secondo il rapporto. «È la prova che la legge era inutile, anzi dannosa, perché riguarda direttamente poche decine di persone ma ne danneggia milioni – dice uno dei maggiori esperti del mondo musulmano, Olivier Roy, autore del saggio La laïcité face à l’Islam -. Il senso di liberazione è una sciocchezza: tutti gli studi sul campo dimostrano che nessuno obbliga le ragazzine a portare il velo, è una scelta autonoma».
[..] Hanifa Cherifi, ispettrice al ministero dell’Educazione e componente della commissione Stasi che mise a punto la legge, presenta invece cifre non drammatiche: oltre ai 47 espulsi, 96 allievi hanno preferito non attendere la sanzione del consiglio scolastico e si sono ritirati dall’istituto. […] Nel rapporto non ancora reso pubblico ma in parte anticipato dall’agenzia Aef («Agence éducation formation»), Hanifa Cherifi, responsabile della commissione di vigilanza sulla laicità al ministero, chiede adesso di mantenere «alto il livello di attenzione» e di non considerare come «definitivamente risolta la questione dei simboli religiosi». La prima verifica giovedì e venerdì, alla riapertura delle scuole.
L’articolo di Stefano Montefiori è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera