Usa, il problema della pillola del giorno dopo

La stampa statunitense torna ad accusare la Food and drug administration (Fda) per il suo atteggiamento oscurantista nei confronti della pillola del giorno dopo. La scorsa settimana la Fda ha infatti rimandato ancora una volta una questione rimasta in sospeso per troppo tempo. “Un anno fa, la Fda ha rifiutato la proposta dell’azienda farmaceutica Barr laboratories di far diventare il contraccettivo d’emergenza Plan B un farmaco da banco, acquistabile senza ricetta. A quel tempo condividevamo le ragioni di tanta cautela da parte dell’agenzia federale”, scrive il Washington Post nel suo editoriale. “Era noto infatti che la pillola era sicura ed efficace ed era stato provato che la sua disponibilità non provocava un aumento del numero di rapporti sessuali non protetti. Tuttavia non avevamo abbastanza informazioni sugli effetti collaterali di questo farmaco sulle donne giovani”. E così la Barr è scesa a un compromesso, chiedendo di vendere liberamente il farmaco solo alle ragazze di almeno 17 anni d’età, ma non ha ottenuto alcuna risposta dalla Fda. “Quest’ultimo rinvio è un chiaro segno che la Fda non è quell’organismo che tutto il mondo ci invidia per la sua neutralità e professionalità, ma uno strumento politico facilmente manipolabile”, conclude il quotidiano di Washington. Il New York Times titola ironicamente il suo editoriale: “Manovre del giorno dopo”. “Proprio quando pensavamo che la Fda avesse esaurito ogni scusa, è riuscita a trovare un’altra argomentazione poco credibile per chiedere più tempo: deve riflettere meglio sul giusto limite di età”. Il quotidiano newyorchese esorta il direttore della Fda Lester Crawford ad accelerare i tempi: “L’agenzia ha avuto un sacco di tempo per riflettere. La pillola del giorno dopo viene usata in tutta sicurezza da milioni di donne negli Stati Uniti e all’estero”. […]
L’articolo di Francesca Sibani è stato pubblicato sul sito di Internazionale

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