Sembrerebbero scarpe quasi banali, perché lo stile indiano nell’abbigliamento è così abusato che tutte le bancarelle ne sono piene: invece le décolleté bianche con l’immagine della divinità Rama hanno fatto inorridire i gruppi religiosi indù britannici e dopo mesi di campagna stampa, proteste ufficiali, boicottaggi e manifestazioni, gli indù hanno finalmente ottenuto il ritiro della merce blasfema, con le contrite scuse della Minelli, l’azienda produttrice francese. […] «State infangando l’immagine del nostro sacro e adorato dio Rama – ha protestato nel maggio scorso, con una lettera, l’associazione britannica Hindu Human Rights -. Vi facciamo notare che Rama è attualmente venerato da un miliardo di indù in tutto il mondo. Una simile dimostrazione di disprezzo sta provocando scandalo e rabbia in tutta la nostra comunità». Rama è il dio della pietà filiale, dell’eroismo e della sovranità, la settima incarnazione di Visnù: con il suo nome Visnù è sceso sulla Terra per salvare l’amata Sita dal gigante Ruana, e alle sue eroiche imprese sono dedicate le 24 mila strofe del Ramayana , uno dei due massimi poemi indiani (l’altro è il Mahabharata ). Un avversario già piuttosto temibile per la Minelli, che però negli ultimi tre mesi ha dovuto subire anche la collera, i tamburi dhol e il canto religioso Jai Shri Ram di oltre mille persone davanti all’ambasciata francese a Londra (12 giugno); l’invito rivolto a tutti gli indù del mondo a boicottare i voli Air France; le pressioni sul governo di New Delhi a non comprare più gli aerei da combattimento Mirage; l’appello al Comitato olimpico internazionale a non assegnare l’Olimpiade del 2012 alla Francia; infine la minaccia dell’avvocato Brij Mohan Dhir, di base a San Francisco ma comunque vicino ai fratelli europei, di denunciare la Minelli alla Corte Ue dei diritti dell’uomo. Troppo. «Vi preghiamo di scusarci per avervi involontariamente offeso – si legge nella lettera della Minelli pubblicata il 30 agosto su Hinduhumanrights.org -. Siamo una piccola azienda e lavoriamo solo in Francia (125 negozi, ndr ), dove la vostra comunità non ci aveva mai avvertiti dell’errore, che comunque non si ripeterà. Abbiamo tolto dalla vendita le scarpe e ve le spediamo, affinché possiate distruggerle secondo le tradizioni e la sensibilità indù».
L’articolo di Stefano Montefiori è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera