Mentre la maggior parte dei credenti di fronte al disastro dell’uragano Katrina lo prega per trovare consolazione o lo ringrazia per essere stato riasparmiato, l’America fondamentalista – di ogni fondamentalismo – lo tira in ballo interprentandone disegni e fini. Che a parlare siano integralisti cristiani, musulmani, ebrei, evangelici, seguaci New Age, il messaggio è sempre la stesso: “Dio ci ha punito”. […] Dio avrebbe fermato con un uragano che ha causato migliaia di morti la programmata festa Southern Decadence, una piccola Gay Pride prevista a New Orleans. E così avrebbe fermato anche il Martedì grasso, festa pagana in cui uomini e donne ubriache si lasciano andare a sesso ed eccessi. Senza contare che, come scrive sul suo sito il direttore Michael Marvage, in Lousiana ci sono dieci cliniche abortiste, cinque solo a N. O. e questo rende la città “la capitale mondiale dell’omicidio”. […] Il Jerusalem Newswire, sito Internet che chiede un giorno sì e uno no al presidente Bush di cambiare la politica estera mediorientale troppo sbilanciata a sfavore dei coloni israeliani, fa dire a Bridget Magee, abitante di Slidell, Louisiana, proprio sul lago Pontchartrain, che Dio, dopo la legge dell’occhio per occhio, ha stabilito quella della “casa per casa”. L’America ha aiutato Sharon a privare i coloni israeliani delle loro case di Gaza e Dio ora le ha tolte a migliaia di americani. Una punizione che coincide con la linea editoriale del sito. L’America ha conosciuto l’esperienza di perdere la protezione di Dio, scrive uno degli editorialisti, per essere la nazione più responsabile di aver offeso la terra e il popolo di Israele. Come già avvenuto per lo tsunami del 26 dicembre scorso, anche molti integralisti islamici sono impegnati a rivendicare il ruolo di Dio. Allora lo scontro sulla paternità del disastro nel sudest asiatico fu con gli induisti, ora il colpo subito dal nemico americano non lascia dubbi: è merito di Allah. Il “terrorista Katrina è uno dei soldati di Dio, ma non appartiene ad al Qaeda”, scrive sul quotidiano del Kuwait Al Siyassa il direttore del centro di ricerche del ministero per gli Affari religiosi Mohammed Youssef al Malaifi. “Katrina è stato inviato da Dio per combattere al nostro fianco”. Ma non sono solo i seguaci delle religioni rivelate a parlare per conto di Dio. Nella galassia New Age per esempio si sono distinti alcuni gruppi che si rifanno all’idea dell’Earth Change. Esiste un tempo, dicono sui siti che si richiamano a questo mix tra preoccupazioni ambientali e timori messianici, in cui la deprevazione umana raggiungerà il suo punto più basso e il clima della terra reagirà severamente. Quando il tempo verrà, gli Stati Uniti che ovviamente guidano il degrado, saranno sommersi dalle acque. E il tempo, è vicino. Anche se le congregazioni evangeliche sono negli Stati Uniti una minoranza (10 milioni di persone secondo alcune stime) e i seguaci New Age sono forse diffusi ma meno organizzati e incisivi, quello che un cittadino americano su due pensa è che con l’uragano Katrina Dio in qualche modo c’entri. Secondo un recente sondaggio commissionato dalla Cnn, più di un americano su due vede un nesso scientifico tra aumento del riscaldamento globale e aumento della violenza degli uragani. Ma poco meno di un americano adulto su due ritiene che dietro alle leggi fisiche e naturali ci sia un intervento sovrannaturale e questi stessi ritengono che l’intervento vada verso un’unica direzione, lo scontro finale, l’Armageddon, il Giorno del giudizio. E che questa resa dei conti riusciranno a vederla nel corso della loro vita. Intanto non si fa fatica a trovare i suoi profeti.
L’articolo di Dario Olivero è stato pubblicato sul sito di Repubblica