Le moschee che i Comuni qua e là per la Lombardia stanno chiudendo potrebbero rinascere con i soldi della Regione? E altre religioni potrebbero beneficiare di aiuti pubblici? Sarebbe come dire che quanto viene allontanato dalla porta rientra dalla finestra, eppure così prevede una norma approvata dal Pirellone nel marzo 2005. Il testo, che disciplina la nascita di nuovi luoghi di culto in Lombardia, ancora misconosciuto, sta creando un certo imbarazzo al punto che l’assessore regionale al territorio, il leghista Davide Boni corre ai ripari: «Se i musulmani sperano di attingere ai fondi previsti da quella legge si sbagliano; interverremo al più presto per renderla più rigida».
[…] «È una norma che dovrà essere ritoccata – specifica l’assessore Boni – perché nata con tutt’altro spirito. Quegli articoli di legge volevano sostenere lo sviluppo degli oratori e di altre istituzioni legate alla Chiesa Cattolica, per il valore sociale che racchiudono in sé. Un criterio che mi trova d’accordo». Ma se da quella porta passassero anche altre religioni? «Non accadrà e i musulmani non si facciano illusioni: è mia intenzione emanare una circolare esplicativa con la quale chiederò di specificare quali confessioni avranno accesso ai finanziamenti. Naturalmente penso a quelle che hanno una matrice cristiana». E se vi accusassero di discriminazione? «Non penso – ribatte l’esponente della giunta regionale – perché il provvedimento avrà una base legislativa: ai soldi per costruire luoghi di culto potranno attingere solo le religioni che hanno sottoscritto accordi con lo stato italiano, quelle che già beneficiano dell’otto per mille, per intenderci. Tra di esse non ci sono i musulmani». Se così fosse anche gli indiani di Cremona e Mantova resterebbero senza aiuto.
L’articolo di Claudio Del Frate è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera
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