L’ordine della Cei: fuori dalle sagrestie

I credenti escano “dalle sagrestie”, si spendano su “frontiere di rilevanza pubblica”, portino il tema della vita nella sfera politica. Perché è sul tema della vita che si gioca “la capacità del cattolicesimo occidentale di uscire dalla autoreferenzialità ecclesiale”, “di liberarsi di appartenenze troppo, preoccupate, di sé”, per darsi invece “una maturità culturale significativa per tutti”. Così monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, al convegno delle Acli. Ed è stato subito evidente che se qualcuno, dopo il risultato del referendum sulla legge 40 e la vittoria del fronte astensionista, aveva pensato che la questione sollevata fosse – bene o male – risolta o politicamente derubricata, quel qualcuno aveva sbagliato. E di molto. […] Monsignor Betori non pensa certo alla costruzione di una nuova Dc. Essa non sarebbe funzionale all’attuale disegno delle gerarchie cattoliche che non sembrano tanto interessate ad un maggior potere per la Chiesa – in un rapporto distinto e conflittuale con lo Stato – quanto alla costruzione di un nuovo “stato” veluti Deus daretur, come se Dio esistesse. A riempire dei contenuti di una assolutezza morale fondata sulla vita uno Stato che oggi appare un involucro vuoto o malamente riempito di valori relativi, di nichilismo e di edonismo. E qui il discorso alto di Monsignor Betori si incrocia con quello più basso della politica di casa nostra, della crisi del berlusconismo e della costruzione di quello schieramento moderato che é stato denominato “grande centro”. Sul terreno strettamente politico oggi niente è certo se non il susseguirsi di ammiccamenti, manovre, segnali. Ma sul terreno indicato dalla Cei, sui temi della vita, e quindi della bioetica, della fecondazione assistita, dell’aborto, dell’eutanasia c’è il convergere di un insieme di forze che attraversano i Poli. […] Sbaglieremo, ma abbiamo l’impressione che saranno molti i politici che accorreranno a questo invito. E che già oggi pensano di costruire su quel progetto un futuro. Forse è ora che a sinistra qualcuno si fermi a pensare laicamente, riportando la discussione sulla vita dal cielo della assolutezza alla concretezza del corpo, delle relazioni fra le donne e gli uomini e alla costruzione del futuro.
L’articolo di Ritanna Armeni è stato pubblicato su Liberazione

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