Sarà il loro primo giorno di scuola italiana. In un liceo statale, in una classe mista. Le compagne con l’ombelico di fuori e loro con il velo. I compagni con i pantaloni a vita bassa e loro con l’abito fin sotto il ginocchio. Per quattordici ragazze egiziane della scuola araba di via Quaranta oggi inizia il cammino verso l’integrazione. In un’aula dove si parla solo italiano, con insegnanti che seguono i programmi approvati dal ministero. Dopo la bufera scoppiata l’anno scorso quando le famiglie chiesero l’istituzione di una “classe con il chador” all’istituto Agnesi – il progetto fu bloccato dal ministro dell’Istruzione Letizia Moratti – , la comunità di via Quaranta fa il primo passo verso l’inserimento dei ragazzi nelle scuole statali. E mentre le istituzioni ancora discutono sul futuro della scuola illegale che sta chiedendo la parità, alcuni genitori hanno deciso di accettare le regole del nostro sistema scolastico. Le studentesse hanno frequentato per un anno un corso integrativo finanziato dalla Provincia e, a luglio, hanno sostenuto gli esami di idoneità in alcune scuole pubbliche. Ora sono pronte all’inserimento in un liceo statale: alcune hanno scelto l’indirizzo linguistico, altre quello delle scienze sociali, altre lo scientifico-tecnologico. “Sono le prime che vanno nelle scuole italiane – spiega il direttore di via Quaranta Ali Sharif – e speriamo che non facciano troppa fatica a stare al passo con gli altri”. […]
L’articolo di Alessia Gallione e Teresa Monestiroli è stato pubblicato sul sito di Repubblica