Primo giorno di scuola per tre ragazze pachistane

Saba, Almas e Halfa sono tre sorelle pachistane. Almas e Halfa sono gemelle, sono inseparabili, sono sempre vestite uguali. Hanno 17 anni. Saba è la maggiore, la più ribelle delle tre, e di anni ne ha 18. Dopo aver studiato in via Quaranta per due anni, da lunedì frequentano un istituto statale italiano di Milano dove vanno, con disinvoltura, con il capo coperto dalla hijab e il tradizionale kaftano che non lascia scoperto neanche un centimetro del loro corpo. Le abbiamo incontrate e per la prima volta, in un italiano ancora incerto, raccontano la loro esperienza.
Com’è andato il primo giorno di scuola?
“Benissimo”.
Siete contente di essere in una scuola italiana?
“Molto. Aspettavamo questo momento da mesi”.
Come mai?
“Eravamo stufe di stare in via Quaranta”.
Perché?
“Lì le ragazze parlano solo in arabo. Qui invece abbiamo la possibilità di conoscere delle persone nuove, di fare amicizia anche con ragazze italiane e soprattutto di parlare la vostra lingua”. […]
A voi la hijab dà fastidio?
“Molto – dice subito, senza timore, Saba, la sorella maggiore -. Con il velo addosso sento molto caldo”.
Saba indossa un velo nero, di lana, che le avvolge la testa e il collo. Almas e Halfa invece ne portano uno uguale, di cotone grigio, fissato sotto il mento da una spilla. “A noi no – rispondono all’unisono, come alla maggior parte delle altre domande. Lo indossiamo sempre, fa parte della nostra religione”. […]
Non vi piacerebbe essere libere di indossare quello che volete?
“Sì, ma la nostra religione non lo permette”. E Saba aggiunge: “Io il velo lo metto solo perché devo. Altrimenti i miei genitori non mi farebbero uscire di casa. Se fosse per me lo toglierei volentieri”. Le gemelle sorridono, complici, mentre la maggiore inizia a slegare il foulard. Senza toglierlo, però. […]
L’intervista di Teresa Monestiroli è stata pubblicata sul sito di Repubblica

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