Dopo i Pacs, Rutelli propone i Ccs

Le unioni civili tornano a infiammare il dibattito nell’Unione. Stavolta tocca a Francesco Rutelli accendere la miccia: in una lettera pubblicata sul sito della Margherita dice no a Pacs e matrimoni gay e lancia – seppure a titolo personale – l’idea dei Ccs, contratti di convivenza solidale. Diversi, rispetto ai Pacs, per il valore giuridico: i Ccs sono semplici contratti di diritto privato stipulati tra i contraenti, anche se – precisa Rutelli nel documento – “si possono codificare nel codice civile”. Al contrario, i Pacs comportano il riconoscimento “pubblico” delle coppie di fatto. Le reazioni non tardano a venire. Secondo il diessino Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay promotore della legge sui Pacs, si tratta di un passo indietro inaccettabile: “Non si cominci a giocare a ribasso, il Pacs è già una mediazione della mediazione, al di sotto di questo c’è solo la rinuncia”. Grillini è perplesso rispetto alla possibilità di garantire, attraverso contratti privati, tutti i diritti ascrivibili alle coppie: “Non so se Rutelli si sia consultato con un giurista ma non credo. Se vado a trovare una persona cara in ospedale e non sono parente un contratto privato non mi aiuta”. L’idea non piace neppure a Paolo Cento, coordinatore dei Verdi, che propone di istituire “registri civili al Comune” e osserva che “è sbagliato ridurre le coppie di fatto a una logica privatistica”, che cioè esclude lo Stato. Sulla stessa linea Titti de Simone, di Rifondazione, che bolla la proposta di Rutelli come “non comprensibile né condivisibile” oltre che “al di fuori della legislazione europea”. “Uno schiaffo in faccia alle aspettative di tanti uomini e donne”, le fa eco Katia Bellillo, dei Comunisti italiani. […]
Fonte: Repubblica.it

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