Un problema di scarsa urgenza per la società ma che procurerà «un danno gravissimo alla famiglia e a tutto il popolo italiano». Ecco cosa il cardinale Camillo Ruini pensa dei Pacs e delle «ipotesi e proposte di riconoscimento giuridico pubblico delle unioni di fatto». E ai legislatori ricorda che la loro «prima e vera preoccupazione» deve essere quella del «sostegno alla famiglia legittima». Molto più grave, rispetto alle unioni di fatto, è il giudizio sui Pacs e cioè il ”patto civile di solidarietà” che estende a due conviventi, a prescindere se l’unione sia etero o omosessuale, alcuni istituti previsti per le coppie regolarmente sposate. Aprendo ieri pomeriggio i lavori di settembre del Consiglio permanente della Cei, il presidente Ruini ha chiaramente espresso la posizione unanime della Chiesa italiana in questi termini: dei Pacs, nel nostro Paese, «non vi è alcun reale bisogno». Al contrario, tale introduzione legislativa «produrrebbe un oscuramento della natura e del valore della famiglia e un gravissimo danno al popolo italiano». Il cardinale ha citato un famoso discorso di Benedetto XVI, del 6 giugno alla diocesi di Roma «su matrimonio e famiglia», nel quale parlò di «varie forme odierne di dissoluzione del matrimonio», quali «espressioni di una libertà anarchica, che si fa passare a torto per vera liberazione dell’uomo». […]
L’articolo di Orazio Petrosillo è stato pubblicato sul sito del Messaggero