Dai ginecologi italiani arriva un si’ alla pillola abortiva ma solo se gestita in ospedale. È quanto emerge da un sondaggio condotto tra i ginecologi durante il Congresso della Societa’ Italiana di Ginecologia e Ostetricia in corso a Bologna. Il 65 per cento dei ginecologi intervistati ha detto che non si opporrebbe alla richiesta della donna di sottoporsi all’aborto chimico purche’ questo avvenga sotto il controllo medico in un ospedale. I no alla pillola abortiva vengono tutti da ginecologi gia’ obiettori davanti all’interruzione volontaria della gravidanza. Un dato mette tutti d’accordo: no alla pillola RU486 in farmacia. C’e’ il pericolo che la donna attui il “fai da te”. E che si crei un “mercato parallelo”, clandestino, degli aborti chimici. Diversa la posizione nei confronti della “pillola del giorno dopo”: la quasi totalita’ dei ginecologi coinvolti dal sondaggio si e’ dichiarato favorevole. Sempre sotto stretto controllo medico in un ospedale. La pillola RU486 tiene banco al Congresso dove si e’ commentata la notizia giornalistica secondo la quale gli Ispettori inviati dal ministro Storace all’ospedale Sant’Anna di Torino dove la pillola abortiva viene sperimentata avrebbero riscontrato alcune irregolarita’ nelle procedure. A questo proposito il professore Mario Campogrande, direttore del Dipartimento di Ginecologia del Sant’Anna e Responsabile con il professore Marco Massobrio del Dipartimento universitario ha dichiarato ai giornalisti: “Non ho assolutamente notizia delle irregolarita’ riscontate dagli Ispettori e di cui parla la stampa. Continuiamo ad andare avanti. Il nostro programma e’ di sottoporre 6 donne a settimana alla sperimentazione con la pillola, l’obiettivo e’ di raggiungere un tetto di 400 donne. Poi valuteremo le conclusioni”.
Fonte: Yahoo! Notizie