Boss nella cripta, il caso in Parlamento

Il caso del terribile bandito sepolto in una esemplare basilica romana torna in Parlamento, otto anni dopo. Lo staff di Giuseppe Lumìa, capogruppo ds in commissione Antimafia, studia se rivolgersi al ministro degli Esteri, Fini, o a quello dell’Interno, Pisanu: in una interrogazione, Lumìa chiederà che lo Stato italiano compia passi presso il Vaticano affinché le spoglie di Enrico De Pedis, detto Renatino, uno dei capi della «banda della Magliana» – sequestri, traffici, omicidi, relazioni con mafia, terrorismo nero, servizi segreti – lascino la chiesa di Sant’Apollinare, territorio estero, in piazza Sant’Apollinare, due passi da piazza Navona. La tomba di marmo bianco, con argento, oro e zaffiri, senza date di nascita né di morte, sta lì, nella cripta della basilica settecentesca dal 24 aprile 1990 e Lumìa chiederà che ciò che rimane di Renatino esca di chiesa, «per rispetto di tutte le vittime della banda della Magliana». […] Il caso del bandito nella basilica è stato riaperto dalla trasmissione di Raitre Chi l’ha visto? , condotta da Federica Sciarelli, lunedì 12 settembre. È stata mostrata in tv la lettera con cui monsignor Piero Vergari, allora rettore di Sant’Apollinare, attestava che Enrico De Pedis era stato «un grande benefattore dei poveri che frequentano la basilica e ha aiutato concretamente a tante iniziative di bene…». E la lettera con cui il cardinale vicario di Roma, Ugo Poletti, sanciva che «nulla osta alla tumulazione della salma di De Pedis nei sotterranei di Sant’Apollinare». Le lettere sono datate 6 e 10 marzo 1990. Appena un mese prima – 2 febbraio – De Pedis aveva chiuso i suoi giorni, freddato da due ex amici in via del Pellegrino, a 36 anni. […] Il caso è riaperto.
L’articolo di Andrea Garibaldi è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera
L’articolo di Andrea Garibaldi del 12 settembre è stato ripubblicato su Archivio900.it

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