Il generale Ante Gotovina, ricercato dal Tribunale per la ex Jugoslavia per crimini di guerra e latitante dal 2001, è protetto dalla Chiesa cattolica. È questa l’accusa lanciata ieri al Vaticano da Carla Del Ponte, procuratore capo del Tribunale dell’Aja, che al quotidiano britannico Daily Telegraph ha raccontato come il Vaticano «abbia rifiutato di collaborare» con il tribunale per la cattura di Gotovina. Del Ponte ritiene che Gotovina sia nascosto in un monastero francescano della Croazia. Il Vaticano, ha affermato il procuratore, potrebbe indicare «in pochi giorni» quale degli 80 monasteri croati offre protezione al generale Gotovina, considerato un eroe nazionale in Croazia. Del Ponte ha inoltre riferito di essere stata in Vaticano nel luglio scorso e di aver incontrato il segretario di Stato, l’arcivescovo Giovanni Lajolo, ‘ministro degli Esteri’ di Benedetto XVI. Lajolo – così riporta Del Ponte – ha sottolineato che il Vaticano non è uno Stato e che «non ha obbligazioni particolari. Mi hanno detto che il Vaticano non ha un’intelligence e io dubito che sia così», si è lamentata Del Ponte, sottolineando che a suo avviso «la Chiesa cattolica vanta uno dei più avanzati servizi di intelligence». Il procuratore capo del Tribunale dell’Aja ha inoltre riferito al ‘Telegraph’ di aver inviato una lettera al Pontefice, per sollecitare l’impegno di Roma in merito alla questione Gotovina, ma ha spiegato di non aver ricevuto alcuna risposta. Da credente cattolica, Del Ponte si è detta delusa dal rifiuto del Vaticano a collaborare con L’Aja. Il generale Ante Gotovina guidò nel 1995 l’offensiva nella Krajina, regione al confine tra Croazia e Bosnia caduta in mano alle truppe di Belgrado. Secondo l’atto d’accusa, l’esercito croato è responsabile dell’uccisione di 150 serbi e di numerose violenze sui civili, oltre che dell’espulsione forzata di 200mila serbi dalla regione. In Croazia, Gotovina è considerato un eroe di guerra. Di recente, Mile Bogovic, vescovo di Gospic e Senj ha definito «simbolo della vittoria» il generale Gotovina e ha bollato il Tribunale dell’Aja come una «corte politica». Del Ponte ha chiesto al Vaticano di ripudiare tali affermazioni. Ma ieri sia dal Vaticano che dai vescovi croati sono arrivate solo repliche indignate all’intervista.
Fonte: il Gazzettino