Storace ieri ha ordinato lo stop alla sperimentazione della pillola abortiva RU486 nell’ospedale Sant’Anna di Torino. Per il ministro della Salute, gli ispettori inviati dal ministero avrebbero riscontrato irregolarità rispetto alle procedure e alle indicazioni fornite dal Consiglio superiore di Sanità per autorizzare la sperimentazione. Gli ispettori dell’agenzia del farmaco, dice, avrebbero riscontrato «persino il caso di una paziente che ha avuto una espulsione parziale, con seguito emorragico, fuori dal ricovero ospedaliero». Ma alla Regione Piemonte non risulta niente di simile. La governatrice Mercedes Bresso dice infatti oggi: «La sperimentazione per ora andrà avanti: le obiezioni degli ispettori non ci sembrano fondate». La Bresso si dice stupefatta dello stop di Storace, del quale per altro ha appreso dai giornali senza alcuna comunicazione ufficiale. E aggiunge: «Noi non siamo suoi sottoposti; sulla tutela della salute delle donne, mi permetta, sono molto più attenta di quanto possa esserlo un uomo. A mio avviso è tutto regolare – ha concluso Bresso – e non c’è nessun motivo per cui il ministro faccia l’atto di imperio che ha fatto». E l’assessore alla sanità del Piemonte Mario Valpreda annuncia ai microfoni di Radio Popolare: «Ricorreremo al Tar contro la decisione di Storace». La regione Piemonte ha ora 60 giorni per presentare l’eventuale ricorso contro l’ordinanza. Già nei giorni scorsi però indiscrezioni su possibili osservazioni da parte degli ispettori erano apparse sulla stampa. E il ministro non aveva nascosto la sua ostilità alla sperimentazione da parte dell’ospedale Sant’Anna. Polemico il direttore del dipartimento di ginecologia dell’istituto, ieri, aveva commentato: «Mi sorprende che su una vicenda così delicata e complessa i diretti interessati debbano apprendere le informazioni dai giornalisti». Le uniche irregolarità che sarebbero state riscontrate dagli ispettori dell’Agenzia nazionale del farmaco sarebbero infatti attinenti a vizi di forma, e inezie come etichette non tradotte dal francese: il paese d’origine della pillola. Tutela delle donne o crociata ideologica? «Sono certa che si tratti di pretesti afferma indignata il presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, Ds – Politicamente ritengo l’ accaduto una scorrettezza inaudita, che non mi sarei aspettata da un ministro che è stato presidente di Regione fino a poco tempo fa. È un fatto inaudito e un abuso – aggiunge – Storace dovrebbe vergognarsi della sua decisione». […]
Fonte: l’Unità.it