James Watson e la legge dell’evoluzione

James Watson, scopritore insieme a Francis Crick della struttura a doppia elica del DNA, e per questo insignito del premio Nobel, è intervenuto nel dibattito su creazionismo ed evoluzionismo. Il suo contributo, contenuto in una raccolta di imminente pubblicazione, è stato anticipato oggi dal Corriere della Sera. Scrive Watson:
[…] Oggi è in atto un tentativo concertato da parte di alcuni scienziati influenzati dalla religione di trattare l’evoluzione come una teoria, come se questo in qualche misura ne diminuisse l’autorevolezza e la forza nello spiegare come funziona il mondo. Uno dei doni più grandi che la scienza ha fatto al mondo è la continua eliminazione del soprannaturale, ed è una lezione che mi ha trasmesso mio padre: la conoscenza libera il genere umano dalla superstizione. Possiamo vivere la nostra vita senza il costante timore di aver offeso questa o quella divinità che va placata con incantesimi o sacrifici, o di essere alla mercé dei demoni o delle Parche. Se aumenta la conoscenza, l’oscurità intellettuale che ci circonda viene illuminata e impariamo di più della bellezza e della meraviglia del mondo naturale. Non giriamoci attorno: l’affermazione comune secondo la quale l’evoluzione attraverso il meccanismo della selezione naturale è una «teoria», esattamente com’è una teoria quella delle stringhe, è sbagliata. L’evoluzione è una legge (con parecchi elementi), tanto sostanziata quanto qualsiasi altra legge naturale, che sia di gravità, del movimento o di Avogadro. L’evoluzione è un dato di fatto, messa in discussione soltanto da chi sceglie di negare l’evidenza, accantona il buonsenso e crede invece che alla conoscenza e alla saggezza immutabili si arrivi soltanto con la Rivelazione.
L’editoriale di James D. Watson è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera

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