Il Manifesto di venerdì 23 settembre 2005, accanto all’eccellente articolo di Francesco Ferretti sulle scoperte del genetista Lahn, dà notizia di una serie di incontri organizzati dal gesuita Istituto Stensen di Firenze tra il 6 ottobre e il 14 dicembre sul tema “Evoluzionismo e antievoluzionismo – un contenzioso non ancora chiuso”.
Una prima considerazione: forse i gesuiti non hanno scelto le date del tutto a caso, dal momento che tra il 3 ottobre e il 7 novembre si svolgerà “Pianeta Galileo 2005 – un mese dedicato ai piaceri scientifici nelle città della Toscana”, lodevolissima iniziativa pubblica (organizza la Regione Toscana) finalizzata alla divulgazione scientifica che coinvolge decine e decine di ricercatori e docenti delle Università toscane e italiane in altrettanti dibattiti, incontri, lezioni, conferenze, seminari dedicati all’insegnamento scientifico, visite guidate ai luoghi della ricerca e quant’altro. Allego il programma – davvero mastodontico – che forse merita di essere conosciuto più di quello dei solerti gesuiti.
Una seconda considerazione: il contenzioso tra evoluzionismo e antievoluzionismo è chiuso da un pezzo. Continuare a proporre sui media la contrapposizione tra creazionismo ed evoluzionismo è fuorviante se non risulta chiaro che l’intera comunità scientifica (con l’eccezione di Antonino Zichichi, ma non conta) è dalla parte della teoria dell’evoluzione.
Questo tema insulso, inoltre, distoglie l’attenzione da quelle che sono le discussioni serie – e davvero interessanti – che attualmente attraversano la biologia evoluzionista: le diverse interpretazioni dell’evoluzione date da Gould e Dawkins, per esempio, le nuove frontiere su cui oggi viene rilanciata la lezione di Darwin – come appunto gli studi di Lahn o quelli di Edelman.
Il principio democratico per cui tutti hanno diritto di parola deve – per non risultare ingiusto – usare criteri di proporzione: un pazzo che sostiene che gli uomini sono fatti di creta impastata non può avere lo stesso spazio che si riserva alla teoria cellulare e ai suoi progressi, e così un gruppetto di fanatici intestarditi sul mito della creazione non può avere lo stesso spazio che si riserva alla teoria dell’evoluzione e ai suoi progressi, nemmeno se è sostenuto da una potente lobby.
Maria Turchetto