(ANSA) 13 OTT – Il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, e il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Camillo Ruini, hanno firmato oggi l’Accordo sugli obiettivi specifici di apprendimento della religione cattolica nella scuola secondaria di secondo grado. L’atto, che segue la ratifica di quello del 2003 relativo alla scuola dell’infanzia e quella primaria, completa l’inserimento pieno dell’insegnamento della religione cattolica nella riforma degli ordinamenti scolastici.
Forse in Italia non c’è più una Religione ufficiale, cosa che sarebbe in contrasto con la Costituzione, ma evidentemente esiste una confessione di Stato che permette alla controriforma in atto di minare ancor più la nostra democrazia.
Non basta che l’insegnamento dell’IRC sia un mostro logico, un optional obbligatorio, di cui ci si può solo “non avvalere” perdendo però un “appoggino” agli scrutini in quanto gli IdR delle medie e delle superiori hanno il privilegio di partecipare alle valutazioni periodiche e finali, ma soprattutto l’IRC contribuisce alla valutazione del candidato e può incidere, come una vera e propria “ora alternativa”, sul credito scolastico (O.M.128, artt.3 e 25), privilegio perso dai “non avvalentesi” che non frequentano.
Non basta neppure che l’intera comunità si accolli le spese dell’orientamento delle coscienze come accade in ogni regime statalista e totalitario. No, il ministro Moratti, dopo aver prevaricato i diritti dei legittimi aspiranti che hanno superato regolari concorsi per l’insegnamento nella scuola pubblica, ora si preoccupa che i suoi privilegiati, protetti e prescelti dalle curie, siano anche in grado di insegnare! Infatti «Dopo aver sottratto alla precarietà gli insegnanti di religione – ha concluso Moratti – ci attendono nuovi impegni per la valutazione e la formazione in servizio di questi insegnanti e per la revisione, alla luce della riforma degli ordinamenti e dell’intesa tra autorità scolastica e Cei, per quel che riguarda i titoli di studio necessari a insegnare questa materia nelle scuole pubbliche».
È una confessione in piena regola sull’incompetenza dei nuovi assunti e tanto più paradossale in quanto, sempre parole della Moratti, «La cultura nel nostro Paese è profondamente intrisa di significati e simboli religiosi, escludendo i quali sarebbe incomprensibile gran parte del nostro patrimonio letterario, artistico e filosofico».
Già, perché gli insegnati di lettere, storia dell’arte e di filosofia oggi in servizio non sono all’altezza dell’incompetenza dei privilegiati neoassunti. O magari non sono ricattabili e licenziabili come avviene per i prescelti curiali.
È vergognoso che una stato nato laico e retto da una Costituzione laica venga derubricato a teocrazia con la complicità più o meno occulta di chi si occupa della cosa pubblica.
Ma contro questi rigurgiti controriformisti l’UAAR non può che farsi portavoce presso tutti i cittadini laici denunciando i continui soprusi e privilegi che inquinano quanto rimane della nostra democrazia. Quali altre bassezze clericali dovremo ancora attenderci di qui alla fine della legislatura?