Esiste un modo molto italiano di far sentire solo chi prova a difendere in questo Paese valori e diritti fondamentali. La laicità dello Stato, per esempio. Davanti alla più sfrenata offensiva reazionaria della Chiesa post conciliare su tutti i fronti, dalla scuola ai diritti civili, uno si guarda intorno in cerca di un punto di riferimento e di appoggio, un partito, anche un singolo politico in grado di reagire, di dire mezza cosa non di sinistra ma di civiltà.
Basterebbe anche «libera Chiesa in libero Stato». Dove sono? Spariti tutti. I leader del centrosinistra latitano. Anzi, si confessano. Fassino rivela di essere credente. Bella cosa, siamo contenti per lui. Ma sono affari suoi e per giunta la confessione, nel programma di Barbara Palombelli, sembra più un gossip che una crisi spirituale. Per non essere da meno, come cantava Jannacci, anche Fausto Bertinotti si precipita a incontrare i frati e a parlare nelle interviste di (e magari con) Dio.
L’unica reazione all’avanzare della nuova controriforma è di Romano Prodi. Il pio, cattolicissimo Prodi, scavalcato a destra da comunisti e post comunisti, si limita appunto a dire mezza cosa civile sul tema delle coppie di fatto. Subito gli si crea il vuoto intorno e gli piove sul capo la scomunica mediatica.
Prodi stesso, mollato in fretta dai compagnucci della parrocchietta del centrosinistra, s’affanna a precisare di non essere Zapatero. Grazie, lo sapevamo. L’Italia del resto non sarebbe mai in grado di sopportare uno Zapatero, neppure in Rifondazione. Ma che c’entra? La legge sulle coppie di fatto in Spagna l’aveva fatta Aznar e per noi quella sarebbe già un rivoluzione. Il nostro è l’unico Paese d’Europa dove le coppie di fatto sono discriminate, tanto vero che solo 1’11 per cento dei bambini nasce fuori dal matrimonio, contro il cinquanta per cento della Francia, il quaranta della Spagna. E per quale ragione solo in Italia un omosessuale non può assistere il suo compagno ricoverato in ospedale o nominarlo erede?
L’offensiva della Chiesa di Ruini è impressionante e fa leva sulla miseria di una classe dirigente allo sbando e sull’imbecillità imitativa dei neoconservatori all’amatriciana per ottenere il maggior incasso possibile. L’ultimo favore del berlusconismo moribondo alla Chiesa cattolica è l’esenzione dall’Ici, che verrà compensata con le tasse prelevate ai cittadini o sudditi laici dello Stato confessionale. Come se non bastasse la montagna di milioni che arriva ogni an-no dall’otto per mille e serve al novanta per cento a pagare stipendi e palazzi, con tanti saluti alle missioni sbandierate negli spot. Certo, è una Chiesa disperata quella che rinuncia a parlare all’umanità e si concentra tutta nella difesa della frontiera interna, intervenendo ogni giorno nelle vicende italiane. Il declino della Chiesa cattolica e quello dell’Italia procedono così di pari passo e sono soltanto passi indietro.
Curzio Maltese per Repubblica, via Gaynews