ROMA, 17 ott – La “crescente ingerenza” della Chiesa cattolica nella politica italiana viene denunciata dalle chiese protestanti italiane che osservano anche: “l’occupare in modo crescente spazi pubblici e mediatici tradisce un vuoto spirituale e di partecipazione che non può essere colmato con pressanti indicazioni politiche”.
In “Dio al posto di Cesare”, articolo di prima pagina di Riforma, la rivista delle chiese evangeliche, battiste, metodiste e valdesi italiane, si sottolinea inoltre la “rincorsa” dei “politici a dichiarare la propria lealtà alla chiesa di Roma, quasi fosse vittima di discriminazioni; ‘c’è da chiedersi – prosegue l’articolo, firmato a Giuseppe Platone – se questa corsa a una sudditanza spirituale sia direttamente proporzionale all’avvicinarsi della scadenza elettorale”. “Il sospetto – prosegue – arriva proprio dalla crescente ingerenza della chiesa romana, in particolare del presidente della Cei, su materie complesse come le coppie di fatto, i gay e l’aborto”.
A proposito della osservazione del Papa, secondo la quale sarebbe ipocrita confinare Dio nel privato, Riforma si chiede “chi pretende di rappresentare Dio nella nostra società? C’è una esclusiva o possiamo ammettere che Dio ha vari testimoni, singoli e collettivi, e che ci rallegriamo di vivere in una pluralità religiosa?”.
Dopo aver rimarcato che “la stessa questione della laicità è lungi dall’essere pienamente chiarita”, Riforma parla di un Dio “sempre più ridotto a puro fattore sociale, a strumento politico di battaglie contro l’evolversi della realtà sociale”. “Mi chiedo – prosegue l’articolo – se questo Dio che incontri solo nell’allineamento conservatore del magistero romano sia lo stesso di quello che incontri sul terreno della libertà”. “La questione di fondo, per quel che riguarda il compito delle chiese nella società – commenta la rivista dei protestanti italiani – è prima di tutto di ordine spirituale e teolgico. Ridurre il compito della chiesa a un livello puramente politico – è la conclusione – incalzando ‘Cesare per sottrargli spazi, potere e denaro, evidenzia il vuoto spirituale in cui essa stessa si dibatte”.