Un editore di una rivista femminile afghana, Ali Mohaqiq Nasab, è stato condannato a due anni di carcere da un tribunale locale che l’ha ritenuto colpevole di blasfemia per aver messo in quesitone l’Islam. Lo ha denunciato oggi l’associazione indipendente dei giornalisti afghani denunciando “un processo fuori dalla legalità ” e preannunciando un ricorso al presidente Hamid Karzai. “Questo processo è stato illegale, come la carcerazione di Nasab – ha detto il presidente dell’associazione Rahimullah Samander – Abbiamo detto al tribunale che l’accusato non aveva commesso alcun reato; ha scritto ciò che aveva il diritto di scrivere secondo la legge afghana, la libertà di stampa e la libertà di espressione”. Nasab, editore della rivista ‘Haqoq-e-Zan’ (‘Diritti delle donne’) è stato arrestato in seguito ad una denuncia contro alcuni suoi articoli nei quali metteva in discussione il castigo islamico per delitti come l’adulterio. Il suo arresto ha suscitato un movimento di protesta ma anche l’esame di una commissione governativa sulla sorveglianza dei media che gli ha tolto il titolo di caporedattore ma ha anche raccomandato il ritiro della denuncia. Ora i supporter di Nasab si rivolgono a Karzai facendo rilevare tra l’altro che, secondo la legge afghana “una persona non può essere condannata due volte, una volta dalla commissione e una volta dal tribunale”.
Fonte: Swissinfo