Non si smorzano le polemiche per il giornalino scolastico contestato dal preside dello Scientifico. Gli studenti hanno lamentato una violazione della libertà. oggi interviene uno dei genitori dei ragazzi che rischiano una denuncia. Una cosa è certa la storia del giornalino scolastico di Avezzano sta coinvolgendo molte persone e pare essere presa a cuore da tanti. Il foglio fuori dai cancelli del Liceo Scientifico Pollione fa dunque ancora discutere. Nei giorni scorsi i due redattori della testata – che non è il giornalino ufficiale dell’Istituto- avevano denunciato gravi violazioni della libertà di stampa. Il Preside, intervenuto sulla vicenda aveva spiegato che «l’istituto opera nel rispetto dei diritti della carta stampata» e ammetteva che probabilmente si procederà nei confronti dei minori. Oggi a parlare è Elisabetta Folliero, avvocato e madre di uno dei due studenti che scrivono sulla rivista Tiesti. «Non sono state pubblicate affatto», precisa Folliero, «“false accuse generiche rivolte all’Istituto” come afferma il Preside nell’intervista di ieri: i ragazzi hanno semplicemente riferito un episodio avvenuto all’interno della scuola (a seguito della pubblicazione dell’articolo sullo “sbattezzo”) omettendo, per pura cortesia, di scrivere il nome del professore che ne era l’autore, ma specificando che era il professore di lettere di uno dei due redattori. Ritenendo grave il fatto avvenuto, chiedevano contestualmente l’intervento del Preside perché vigilasse sul rispetto delle libertà costituzionali». […] Elisabetta Folliero precisa a PrimaDaNoi.it che «il giornalino Tiesti non è un “foglietto” ma un supplemento studentesco della testata www.site.it giornale on line regolarmente registrato e non “ha usanza di attaccare alcuni professori”. Non metto in dubbio», continua la madre del giovane redattore, «che il giornalino ufficiale della scuola sia ben fatto, ma come mai i due studenti (che sono, per rendimento scolastico, tra i migliori alunni del Liceo) hanno sentito il bisogno di scrivere altrove? Il Preside farebbe bene a riflettere sui suoi compiti istituzionali», chiosa Folliero, «che non prevedono il minacciare e denigrare gli alunni, riferendo alla stampa fatti non veri».
Fonte: PrimaDaNoi.it