La Chiesa non pagherà l’ICI

Via libera dalla Commissione Finanze del Senato all’esenzione Ici per gli immobili utilizzati per attività commerciali di proprietà della Chiesa, di altre confessioni religiose e anche delle imprese no-profit. «Un regalo elettorale che ruba gettito ai comuni», commenta il capogruppo Ds alla commissione finanze del Senato, Lanfranco Turci. «Da un lato la Finanziaria taglia le spese degli enti Locali – spiega il senatore Ds – e dall’altro riduce, con una mossa spregiudicata, le risorse di cui gli enti Locali sono legittimi titolari. La paura della sconfitta alle prossime elezioni sta spingendo la maggioranza a violare sia le norme della corretta amministrazione, sia quella del rispetto dei principi costituzionali relativi all’autonomia dei Comuni». Il problema però non è solo del mancato gettito futuro. «Il testo approvato – commenta il senatore dei Verdi Natale Ripamonti – ripropone l’interpretazione autentica di una norma del 1992, che aprirà sicuramente un contenzioso con lo Stato. Ciò provocherà un ulteriore esborso per le cause giudiziarie e un pesante ulteriore esborso per la retribuzione dell’Ici versato in questi anni da parte degli enti che da domani beneficeranno di questa norma vergognosa». […] «Non è stato quantificato il mancato incasso» ha cercato di giustificarsi il sottosegretario Maria Teresa Armosino. […] Il regalo alla Chiesa fatto dalla maggioranza mirando ai voti dei cattolici peserà ancora una volta sui Comuni già duramente colpiti dai tagli della Finanziaria 2006 di Tremonti. Per rendersi conto del peso economico di questo condono basta considerare quanto costerà al Comune di Roma: 5 milioni di euro in meno l’anno e, dovendo restituire le ici degli ultimi 13 anni, una scopertura di bilancio di 300 milioni di euro. Insomma, come ha sintetizzato Lanfranco Turci, capogruppo Ds in Commissione finanze, «una norma che si spiega solo nell’ottica dello scambio di favori tra la Cdl e la gerarchia cattolica, alla luce anche di quello che è successo nel corso della campagna referendaria sulla fecondazione assistita».
Fonte: l’Unità

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