Atei di tutti il mondo unitevi per lo “sbattezzo” globale
L’unione di laici, agnostici, scettici e non credenti scende in campo contro Ruini
di Maria Rosa Calderoni
Ateo? Sì grazie. Per quanto se ne parli poco o punto, atei e agnostici nel mondo non sono affatto pochi. Al contrario, sono almeno un miliardo e mezzo; in pratica, un essere umano su cinque non crede in nessuna religione; «se poi si aggiungono i non praticanti e i praticanti non consenzienti di religioni imposte, si arriva quasi a un 50 per cento di persone che regolano la propria esistenza prescindendo da dogmi e dottrine». Nel suo piccolo, in Italia i non credenti di ogni tipo e risma sono almeno 10 milioni.
Ad affermarlo è l’UAAR, benemerita sigla che sta per Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (sede nazionale a Padova e comitato di presidenza nel quale siedono, tanto per dire, gran bei nomi (Margherita Hack, Piergiorgio Odifreddi, Sergio Staino, Pietro Omodeo, Floriano Papi, Valerio Pocar, Emilio Rosini).
Atei di tutto il mondo. L’Uaar, nata nel 1987, mille iscritti, dispone di sedi locali in 18 città italiane, da Firenze a Palermo, da Genova a Lecce ed è particolarmente attiva nel Veneto, pur tradizionale roccaforte cattolica. Il suo bimestrale, “L’ateo”, tira 2.500 copie. E il suo ultimo congresso, il sesto, è stato patrocinato dalla Regione Toscana con tanto di lettera ufficiale del presidente Claudio Martini.
Ma non solo in Italia. Associazioni “atee, laiche, scettiche e umaniste” sono sparse un po’ dappertutto. In Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Svezia, per quanto riguarda l’Europa. Per quanto riguarda il resto del mondo, dall’a alla zeta: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cuba, Haiti, India, Islanda, Israele, Norvegia, Nuova Zelanda, Perù, Polonia, Repubblica Slovacca, Repubblica Sudafricana, Stati Uniti, Svizzera.
Moltissime le associazioni internazionali con nomi da “secolo dei lumi”: si chiamano Unione Internazionale Etico Umanista, Alternative Libertaire, Union Rationaliste, The Irish Freethinker, Humanitas, Republica e Laicidade, Sceptiques du Quebec; negli Usa c’è l’American Atheists e la Bertrand Russell Society, a Cuba un Movimiento Humanista Evolucionario, in Perù si chiama Movimiento Arreligioso, in Svizzera si dice Libre Penseur, in India Humanist Union, in Israele Atheists Society. Né manca, in Gran Bretagna, una Gay and Lesbian Humanist Association.
Io mi sbattezzo. E questa una delle campagne dei nostri atei Uaar che ha trovato nuova linfa dalle recenti sortite a gamba tesa del cardinal Ruini in campo politico: fuori dal battesimo. Uscire “si può”: l’Uaar – anche via Internet – fornisce istruzioni precise e aiuti concreti (ad esempio il facsimile del modulo necessario per la pratica). Si fa così: inviate, con acclusa copia di carta d’identità, una lettera (raccomandata rr) alla parrocchia dove da inconsapevoli neonati siete stati portati alla fonte battesimale, dichiarando la vostra volontà di non far più parte della Chiesa cattolica e chiedendo ufficiale annotazione di ciò sull’apposito registro. Io mi sbattezzo, insomma si tratta di abiurare legittimamente la fede impostaci a nostra insaputa dai nostri genitori; e all’Uaar (alla quale ovviamente fa capo l’apposita “Associazione per lo Sbattezzo” creata nel 1985) dicono che nelle ultime settimane c’è stato un boom di richieste, grazie Ruini.
Scrocifiggiamo l’Italia. È anche questa autentica farina Uaar. Lo dice la parola stessa: è una “campagna permanente per la rimozione dei crocefissi dai luoghi pubblici»: una campagna a tutto campo, senza risparmio di conferenze, dibattiti, interrogazioni parlamentari, ricorsi in Cassazione.
Ancorché atei, quelli dell’Uaar sono ferventi, pieni di fede, missionari. Fanno un sacco di cose. Per esempio libri. Come questi: “I senza Dio” (Remo Bodei), “Storia dell’ateismo”(Georges Minois), “I papi contro gli ebrei” (David I. Kertzer), “L’essenza del cristianesimo” (Ludwig Feuerbach), “Massa e potere” (Elias Canetti), “Ricordi di una educazione cattolica” (Mary McCharty), “Lettere dalla Terra” (Mark Twain). Martellanti, intelligenti, colti, loici, polemici, dissacranti, anche divertenti: titoli su cui ragionare, riflettere, verificare; insomma, buone letture.
Un bel po’ di spazio, nella letteratura Uaar, lo tiene il capitolo “biografie non autorizzate”. Per esempio, una “Controstoria di Padre Pio” (Mario Guarino), o “La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa” (Christopher Hitchens), due testi non propriamente del tipo edificante. Ma si può ben dire una battaglia “globale”: sul piano filosofico, ontologico, teorico, storico, etico, scientifico; e anche su quello contingente, temporale, della denuncia e della chiamata in causa di Vaticano e Chiesa (“Il manganello e l’aspersorio” di un indimenticabile Ernesto Rossi, “I segreti dell’Opus Dei” di Peter Hertel, anche “La Chiesa cattolica e l’Olocausto”, di David Goldhagen).
L’eutanasia, loro la chiamano “libera uscita”: ne hanno dibattuto anche alla recente festa dell’Unità a Modena, con buon successo. Scendono in piazza con tenace raccolta di firme contro la legge sulla fecondazione assistita, celebrano solennemente un “Darwin Day”, organizzano la “settimana anticoncordataria” e la “settimana antigiubileo” e, ovviamente, chiedono la ripulsa dell’otto per mille. È anche di marca Uaar la petizione contro la decisione veltroniana di intitolare la stazione Termini di Roma a Giovanni Paolo II, bollata con parole di fuoco: «Non è che il culmine, davvero eccessivo, di un crescendo di delirio idolatrico… Sull’onda di un servilismo e di una eccitazione mediatica senza precedenti, si smarrisce ogni memoria del carattere laico delle istituzioni, del profondo pluralismo culturale, politico e religioso della società in cui viviamo».
Si danno da fare. Nel suo XVI congresso, che si è svolto a Parigi nel luglio scorso, l’IHEU (Unione Internazionale Etico-Umanista) ha discusso di separazione di Stato e Chiesa nell’Ue, di diritti delle donne nelle società laiche, di scuola, insegnamento e libero pensiero. “Pensare: Agire: Amare. Mai odiare”, questo il proclama del visionario Movimiento cubano; l’Unione Umanista Indiana si batte per il libero pensiero e la Ragione; Les Sceptiques du Québec lanciano “piccoli corsi di autodifesa intellettuale”.
Beh, si può anche ridere un po’, scherza coi santi… La volenterosa Uaar fornisce all’uopo anche una abbondante messe di barzellette tutte rigorosamente, diciamo, non proprio reverenziali. “A volte a Lourdes i film muti si mettono a parlare”. “Santo: peccatore morto, riveduto e corretto”. “Santi: individui che hanno fatto di tutto pur di finire sui calendari”. “Di questi tempi ci vuole molto ingegno per commettere un peccato originale”. “Se Dio ci avesse creato con l’intenzione di non farci masturbare, ci avrebbe fatto con le braccia più corte”. “Non solo Dio non esiste, ma provate a trovare un idraulico la domenica”…
L’articolo è stato pubblicato sul sito di Liberazione