Sembravano ormai consegnati alla storia i tempi in cui Perugia, contraddistinta da un forte spirito anticlericale, lottava e spargeva il suo sangue in difesa della sua autonomia civica dagli attacchi dello stato pontificio. Considerate fuori dal tempo, anche la forte massoneria perugina negli ultimi anni ha messo un freno alle sue eterne “laiche” lotte contro l’ingerenza clericale nella vita politica. Ma sembra che ultimamente sia rinata la vecchia vena laica, anzi laicista che tanto ha condizionato la nostra storia cittadina. Ieri si è conclusa la Sagra anticlericale umbra, che si è svolta presso il Csa ex-mattatoio di Ponte S. Giovanni in una tre giorni di incontri, dibattiti e concerti sul tema dell’anticlericalismo e la lotta all’ingerenza della chiesa cattolica nella politica.
Un’iniziativa del centro sociale di Ponte San Giovanni che ha coinvolto nell’evento Civiltà laica e l’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) e che ha saputo raccogliere numerose adesioni alle varie iniziative tanto da far riconfermare l’evento per l’anno prossimo in una veste più ampia. Nella tre giorni l’evento più importante è stato il premio Corvo nero assegnato a quei consiglieri regionali che hanno votato nel 2004 a favore dei finanziamenti agli oratori. Il riconoscimento verrà consegnato personalmente dagli organizzatori ai diretti interessati e saranno intraprese azioni legali per ottenere la cancellazione dei finanziamenti ritenuti incostituzionali dal movimento.
Inoltre ieri mattina si è svolta una simbolica manifestazione da parte di una ventina di dimostranti che si sono disposti a forma di stella davanti al vescovato in piazza IV novembre, manifestazione che ha preceduto il rituale della sbattezzo avvenuto in piazza S. Francesco.
Tante polemiche si sono susseguite nei giorni passati a riguardo, sia per il contenuto dell’iniziativa sia per l’utilizzo dei locali dell’ex-mattatoio. L’iniziativa ha avuto poche difese all’interno del consiglio comunale e purtroppo il nome con cui è stata presentata ha condizionato non poco l’opinione generale, ricordando le mille polemiche che fino a venti anni fa coinvolgevano il Pci umbro e le sue posizioni anticlericali.
Se il nome ha messo in allarme per una paventata intransigenza, all’atto pratico gli organizzatori hanno mostrato una ben maggiore disponibilità al dialogo. Hanno sottolineato infatti come la Sagra abbia aperto le sue porte a chiunque e abbia dato voce a tutte le anime del movimento senza preclusioni di sorta. Soprattutto si è fatto chiarezza sul fatto che l’iniziativa non voleva essere una crociata contro la religiosità ma una manifestazione contro “l’abuso del potere cattolico che in questi ultimi anni sta portando un attacco inaccettabile alle basi del nostro Stato costituzionale, non rispettando le regole di uno Stato che si professa laico”.
Ci si augura che l’anno prossimo il mondo politico non reagisca nuovamente alzando un muro che rischia di acuire ancor più le distanze. La città è stanca di una divisione che solo da poco è stata superata grazie, va detto, agli interventi di mons. Chiaretti e dell’allora sindaco Maddoli nelle celebrazioni del XX giugno del 1996 che, riconoscendo gli errori storici della chiesa, avevano aperto un periodo di riconciliazione gradito a tutti.
Il servizio di Gabriele Scarabattoli è stato pubblicato su Umbrialive