Il Servizio Informazione Religiosa della Conferenza Episcopale Italiana ha diffuso ieri una nota settimanale molto dura nei confronti della proposta del segretario SDI Enrico Boselli di abolire il Concordato. Ne riportiamo alcuni passi:
Boselli, ha almeno il merito della franchezza: infatti ha motivato proprio con l’antefatto referendario le nozze (o l’unione) con i radicali, poste sotto il segno di Zapatero, con tutto il vecchio armamentario laicista che ne consegue. La “sconfitta” brucia, brucia davvero tanto. I promotori del referendum contro la legge 40 ancora non si capacitano del flop più clamoroso nella storia elettorale italiana che gli elettori (gli elettori, si badi bene, non certo la Chiesa cattolica) hanno loro inflitto qualche mese fa. Così sparano al bersaglio grosso, vogliono abolire il Concordato. L’episodio, in sé, è tutto qui: si profila semplicemente la possibilità per la pattuglia radicale, per interposto Boselli (gli altri attori della diaspora socialista infatti sembrano più prudenti), di ritornare in Parlamento ad agitare i classici temi del laicismo più stantio. […] Il laicismo non è più “moderno”: è una vecchia ideologia otto-novecentesca, che oggi, di fronte alle nuove sfide della cultura, della scienza e della politica, risulta spaesata e per sopravvivere ha bisogno di costruire il proprio avversario. Ecco spiegata l’immagine caricaturale della Cei che una pattuglia di politici, intellettuali e giornalisti a questo fine propagandano. […] Il quadro concordatario è garanzia di libertà. La Chiesa, come ha ribadito il papa Benedetto XVI, non rivendica alcun potere o alcun privilegio, ma proprio per questo non può non parlare con chiarezza, non può non continuare a sollecitare, incitare le istituzioni a farsi carico dei grandi problemi dell’uomo di oggi e a dire la sua, nel libero dibattito. E così suscitare le più ampie convergenze possibili, oltre ogni steccato, oltre ogni antica divisione.
Il testo integrale della nota è stato pubblicato sul sito SIR
Come si può notare, il comunicato contiene una palese contraddizione. Il Concordato “è” il privilegio negato alle altre confessioni religiose, e le leggi che ne derivano istituiscono altri privilegi per la Chiesa cattolica, talvolta spartiti con alcune comunità di fede (Otto per mille), altre volte in esclusiva (ora di religione). Gli atei non sono beneficiari di qualsivoglia privilegio, e devono lottare anche solo per la riaffermazione delle più semplici e scontate libertà costituzionali. Concordato come garanzia di libertà? Certo: di libertà per la Chiesa cattolica di poter calpestare quella degli altri.