«Un grande crimine è stato commesso… La sentenza emessa dai sinedriti massoni è in esecuzione. Cristo ha cessato di essere in Francia ufficialmente riconosciuto». Con queste parole di fuoco il giornale clericale parigino la Croix commentava l’8 dicembre 1905 la legge sulla separazione tra Stato e Chiesa in Francia approvata due giorni prima. Erano quelli i sentimenti che si respiravano negli ambienti oltranzisti, di cui si sarebbe fatto interprete Pio X. […] A ricostruire quella storia, oggi resa non tanto attuale dall’occasione del centenario quanto dalle accese contestazioni che si stanno svolgendo in Francia sui rapporti Stato-Chiesa e dalle discussioni in Italia sulla possibile abolizione del Concordato, è un saggio di padre Giovanni Sale che esce oggi sulla «Civiltà Cattolica», la rivista dei gesuiti che interpreta la linea ufficiale del Vaticano. Vanno quindi letti con grande interesse e salutati come una novità la critica contenuta nell’articolo di padre Sale all’atteggiamento assunto da Pio X, che «fu vissuto dal clero e dalla Chiesa francese come un colpo mortale inflitto alla sua già debole organizzazione». In realtà, osserva lo storico gesuita, la Chiesa francese, «negli anni successivi sperimentò i vantaggi di una libertà che non aveva conquistato, ma che al contrario le fu imposta: essa era più povera, ma più dinamica e motivata nella sua azione pastorale. Fu questo il periodo dell’irruzione massiccia dei laici nella vita della Chiesa francese». […]
L’articolo di Dino Messina è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera
L’UAAR si augura di non dover aspettare cent’anni prima che il Vaticano si accorga che la laicità non è né a favore né contro la religione, e che quindi anche in Italia è percorribile una strada di tipo francese (o spagnolo, o olandese, o statunitense…)