[…] «Penso alle modifiche da concordare alla legge sulla fecondazione assistita. E ancora: le nuove regole per le coppie di fatto, il modo in cui superare le discriminazioni verso gli omosessuali. E poi dovremo decidere sulle modifiche alla legge sul divorzio per rendere più rapidi gli scioglimenti. Stabilire come superare il proibizionismo sulla droga. E anche come affrontare i problemi legati all’invecchiamento della popolazione… Questa è l’agenda dei veri temi da affrontare per governare».
Sì, ma lei elenca tutto questo per arrivare a quale approdo politico, Livia Turco?
«Se qui si gioca secondo una logica corsara, cioè all’atteggiamento da “o così o niente”, si rischia di guadagnare forse tutti i voti radicali, certo non tutti i voti socialisti e di perdere molti voti cattolici. Invece di polemizzare con la Chiesa, scelta che mi pare improduttiva, dovremmo essere coerenti con la nostra volontà di candidarci al governo di questo Paese. L’Unione deve dare vita a una mediazione culturale sui valori e sulle scelte concrete che ho elencato prima. Discutiamo, confrontiamoci, poi decidiamo tutti insieme una linea».
Non è, il suo, un atteggiamento quasi antilaico?
«Al contrario. L’ho già detto: mi auguro che la Chiesa rispetti profondamente la laicità dello Stato.
L’intervista di Paolo Conti a Livia Turco è stata pubblicata sul sito del Corriere della Sera
E se la Chiesa cattolica non rispetta la laicità dello Stato, che si fa? Onorevole Turco, cosa vuole fare, in concreto, al di là di formulare auspici e belle speranze, e di fare calcoli elettorali che potrebbero rivelarsi sbagliati?