Meno incerto il destino degli embrioni congelati, abbandonati nei freezer delle cliniche da coppie sterili che li hanno ottenuti in provetta. Un documento approvato ieri dal Comitato nazionale di bioetica con voto quasi unanime (due i contrari, il ginecologo Carlo Flamigni e il medico legale Mauro Barni, laici) introduce la pratica dell’adozione. I saggi coordinati dal presidente Francesco D’Agostino sono andati oltre prevedendo nuovi criteri, estranei alla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Infatti qualcuno ha parlato di «delegittimazione». Gli orfanelli appena concepiti potranno essere accolti da genitori non sterili e da donne single, soluzione che «non viene esclusa». Sulla barriera costituita dall’affidamento a genitori unici, non contemplata dalla normativa sull’adozione, ha prevalso la buona intenzione di offrire a queste microscopiche entità vitali una prospettiva di sviluppo che non avrebbero da ibernati. Nessuna distinzione fra coppie coniugate e di fatto. […] Il Comitato ha sancito che esiste «l’interesse», non il diritto, da parte dell’embrione a nascere e riconosce nella nascita «un valore superiore, nell’alternativa tra vita e morte è la prima a prevalere». Un altro passaggio delicato riguarda la possibilità che l’adozione si configuri come una pratica di fecondazione eterologa, vietata dalla legge numero 40. A Luciano Eusebi, penalista, è stato affidato il compito di chiarire che, non essendoci correlazione tra la creazione dell’embrione e l’affidamento, di eterologa non si può parlare. Il fine è concedergli una prospettiva di vita. All’obiezione secondo cui il problema degli embrioni in sovrannumero, orfani, non verrebbe comunque risolto il parere risponde che comunque se anche uno solo di loro avesse l’opportunità di germogliare nell’utero di una donna «sarebbe dal punto di vista morale soddisfacente». I frutti della provetta congelati e «residuali» (come li definisce il Cnb) sono circa 30 mila, ma non si sa quanti siano i senza famiglia. Probabilmente meno di quanto si immagini. Il Cnb raccomanda che la legge 40 venga integrata con regole chiare sull’adottabilità. Ha abbandonato la seduta Flamigni, che non condivide l’equiparazione dell’embrione a persona.
L’articolo di Margherita De Bac è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera