Anche l’odierno editoriale di Eugenio Scalfari è dedicato in gran parte all’interventismo politico dei vescovi italiani. Il titolo, “Lo Stato laico in salsa vaticana”, non lascia del resto alcun dubbio. Scrive tra l’altro Scalfari:
Ruini non può e non dovrebbe cimentarsi con le leggi della Repubblica italiana. Non lo fa Ciampi, che è il capo dello Stato e può soltanto rifiutare la firma quando vi sia palese incostituzionalità. Ma Ruini invece entra nel merito, mi piace quell’articolo, mi preoccupa quell’altro, suggerirei questo, sconsiglierei quest’altro, e tutti a dirgli bravo. Diciamo la verità: Ruini è un impiccione nel senso che si impiccia di cose che non lo riguardano. […] Io me l’immagino quella povera donna col suo carico di dubbi e di dolori, che decide di abortire ed entra con passo timido e volto rattristato in un pubblico ospedale. […] E chi si trova davanti, nelle stanze e nei corridoi dell’ospedale o del consultorio? Un don Gelmini, un volontario di Scienza e Vita, di solito un po’ fanatico, abbastanza intransigente, uno che può anche minacciarle descrivendole le pene dell’inferno. Li abbiamo visti e sentiti infinite volte in televisione, quelli di Scienza e Vita ai tempi del referendum sulla procreazione artificiale. La petulanza, la certezza incrollabile nella propria verità, non un dubbio, non un sorriso, la religione dell’embrione. […] Che c’entra questo con la 194 e il diritto all’aborto motivato in una pubblica struttura? Anche l’aborto lo vogliamo in salsa vaticana? Poi vi lamentate degli anticlericali. Ma siete voi che li volete. Stiamo attenti e state attenti perché tutta questa storia rischia di finire molto male. Con tante grane, ci manca anche questa.