Quattro confezioni di pillole abortive dovevano arrivare mercoledì scorso e il giorno dopo essere somministrate alle pazienti. Si sono «perse» tra migliaia di pacchi e pacchetti, prima al Centro specialistico farmacologico di Lione da dove sono partite con ritardo alle 17 di venerdì, poi nei magazzini del corriere espresso che le ha portate in Italia. Sabato mattina erano a Bergamo nel deposito Dhl, poi, inspiegabilmente, invece di prendere la via per Pisa, sono state dirottate a Roma dove sono giunte alle 2,25 di ieri. A Pontedera dovrebbero arrivare oggi. Troppo tardi per tre delle quattro donne in attesa dell’aborto farmacologico. Due hanno già interrotto la gravidanza chirurgicamente, una terza si è rivolta all’ospedale di Torino. Solo una donna ha deciso di aspettare, ma ha tempo sino a giovedì, poi supererà il limite massimo della terapia chimica e dovrà sottoporsi all’intervento chirurgico. […] Ma di cose spiacevoli all’ospedale Lotti di Pontedera ne sono accadute altre. Ieri all’alba qualcuno è salito al secondo piano del reparto di ginecologia dove si trova un ambulatorio chirurgico e ha tappezzato la porta d’ingresso con una trentina di volantini anti-pillola firmati dal movimento di estrema destra Forza Nuova. «Hanno scritto che la Ru 486 è un omicidio e hanno offeso medici e pazienti – spiega Massimo Srebot, il primario del reparto -. Lo giudico un atto gravissimo, una violenza psicologica contro le donne. Che oltre a sostenere il peso dell’aborto sono criminalizzate e minacciate». Srebot ha denunciato l’episodio alla direzione sanitaria l’episodio e probabilmente sarà presentato un esposto alla magistratura.
L’articolo di Marco Gasperetti è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera