Aborto, scende in campo anche la Lega

Chi si rivede, la par condicio: ma questa volta il ministro della Salute, Francesco Storace, la invoca affinché la legge 194, cioè la legge sull’aborto, sia applicata con «pari opportunità». Nel senso che alle donne che si recano al consultorio per abortire si deve poter garantire anche l’altra soluzione, cioè la scelta per la vita. Il ministro ribadisce che non c’è alcuna intenzione di modificare la legge 194, ma solo quella di garantirne una piena applicazione. E mentre il centrosinistra continua a dirsi preoccupato per questi rigurgiti di integralismo cattolico e contesta le iniziative della Cdl, invitando a farla finita con le crociate e gli scontri ideologici perché ben altre sono le emergenze della sanità, la Lega presenta una proposta di legge in materia di consultori e il cardinale Tonini afferma che «nei consultori si esorta ad abortire, temo che in queste strutture domini una cultura abortista». Per il cardinale «siamo di fronte al disprezzo della vita umana» e quindi è un dovere sacrosanto» inserire nei consultori i volontari del Movimento per la Vita. La proposta di legge del Carroccio disegna «una riforma dei consultori da subito perché – dice Gibelli – la vita va tutelata. Lasciamo stare le polemiche sterili e concentriamoci sulle leggi che sono in grado di tutelare le famiglie». Nella sostanza, si pensa ad una totale riforma della legge 405 sull’istituzione dei consultori e all’abrogazione dell’articolo 2 (relativo ai consultori) della legge 194. La proposta, mette in chiaro la Lega, «non mette in discussione il diritto di una donna ad abortire, pone la questione sul mancato rispetto delle regole applicative nei consultori». Rilevato che nei consultori «non sempre viene pienamente attuato il diritto della donna a ricevere valide alternative all’aborto», la proposta prevede tra l’altro di includere nell’equipe del consultorio anche un medico obiettore di coscienza, perché «l’obiettore può far riflettere ulteriormente una donna facendole acquisire una coscienza responsabile sull’aborto». […]
Fonte: il Gazzettino

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