«La scienza si basa sulla razionalità e sulla verificabilità sperimentale. Questi, e non altri, sono i due cardini della scienza, come la conosciamo da quasi 400 anni». Edoardo Boncinelli, biologo e genetista «non credente», una cattedra di Genetica e antropologia all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, è lapidario. Nessuna apertura alla trascendenza, nessun criterio alternativo alla dimostrabilità sperimentale. «Alla razionalità, caratteristica di matematica e filosofia, le scienze uniscono la sperimentazione. Due concetti che non possono essere separati». D. Ratzinger ha anche invitato a riscoprire «la questione del vero e del bene», ormai sostituita, ha detto il Pontefice, da quella sulla fattibilità.
R. «La scienza cerca a modo suo, ponendosi domande alle quali è possibile rispondere. Di certo non riguarda la scienza il bene, che è un concetto estraneo alla ricerca, se non nelle applicazioni. Lo stesso vale per il trascendente: un ambito che per definizione non fa parte della scienza, poiché non è un’ipotesi necessaria. Quindi la scienza, quando è seria (e purtroppo non sempre lo è), non se ne occupa».
D. Nessuna sintesi tra fede e ragione, dunque.
R. «A livello professionale, questo matrimonio tra scienza e fede non lo vedo. Poi è chiaro che, a livello personale, uno può essere scienziato quando fa ricerca e uomo di fede quando si interroga, parla con se stesso. Se si mescolano le due sfere, il risultato è solo una grande confusione». […]
L’intervista di Gabriela Jacomella è stata pubblicata sul sito del Corriere della Sera