Sono stati scelti perché «esponenti dell’Islam moderato», quello che dialoga con le istituzioni e lancia appelli contro gli estremisti. Sono coloro che, nelle intenzioni del ministro Giuseppe Pisanu, dovrebbero rappresentare la «mano tesa» che si contrappone a quella «armata» per combattere il terrorismo. A due mesi dal decreto istitutivo e a pochi mesi dalla fine della legislatura, il titolare del Viminale rende noti i nomi dei sedici componenti della Consulta Islamica, l’organo consultivo che avrà il compito di «esprimere pareri e formulare proposte fornendo elementi concreti per la soluzione dei problemi dell’integrazione delle comunità musulmane nella società nazionale». […] primi commenti sono di soddisfazione, ma non mancano le polemiche, soprattutto per l’inserimento dell’Ucoii, che aveva sempre preso le distanze dalla Consulta. «Aspettiamo di vedere i dettagli, gli scopi – aveva detto Dachan dopo l’approvazione del decreto -; per il momento siamo in attesa di sapere». E così, adesso, Sergio Pallavicini si dichiara «soddisfatto per la mia nomina, ma sorpreso per la presenza dell’Ucoii che ha sempre mostrato posizioni che possiamo chiamare oltranziste. Forse il ministro vuole portarla su posizioni più moderate». Immediata la replica del segretario Roberto Hamza Piccardo: «Siamo stati chiamati e non ci sottrarremo. Si vede che Pisanu ha una miglior considerazione dei suoi fratelli di quanta ne abbia lui (e cioè Pallavicini, ndr )…». […]
L’articolo di Fiorella Sarzanini è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera
[…] La Consulta è stata concepita come un parlamentino islamico secondo un manuale Cencelli filtrato dalla discrezionalità politica di Pisanu. E per quanto ci si sia sommamente impegnati a indorare la pillola indigesta, assottigliando la presenza dell’Ucoii a un sedicesimo del totale dei membri, la legittimazione istituzionale del suo presidente Nour Dachan costituisce un fatto inedito e grave. Infine una perplessità scontata: che cosa potrà concretamente fare una Consulta islamica a quattro mesi dalle elezioni legislative, quando notoriamente prevalgono la faziosità e la demagogia dei candidati e dei partiti? Ma è inutile girarci attorno: il nodo cruciale è Dachan e l’Ucoii. Credo che sia un errore elevare a interlocutore dello Stato un’organizzazione che, proprio il 12 novembre 2003, giustificò la strage di 19 italiani a Nassiriya sostenendo «Non c’era né patria né Costituzione da difendere a Nassiriya», e «Nessuna convenienza politica o impegno con gli alleati può giustificare il dispregio dell’opinione pubblica e dei valori fondanti della Repubblica». […]
L’articolo di Magdi Allam è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera