Nello spumante calderone elettorale rischia di finire anche un tema serio e delicato come l’aborto. La commissione d’indagine sulla legge 194 approvata ieri dalla maggioranza ha l’aria di far parte di un giro delle sette chiese per raccattare voti utili alla destra in vista del 9 aprile, non importa se dalle parrocchie o dai seguaci di Previti. Non c’è bisogno di un’inchiesta parlamentare per sapere che la legge sull’aborto è stata una delle migliori e più efficaci varate dal Parlamento negli ultimi vent’anni. Basta consultare sul sito della Sanità i dati più recenti, forse forniti all’insaputa del ministro Storace. Ebbene, dagli anni Ottanta a oggi, grazie all’applicazione della 194, gli aborti in Italia sono diminuiti da 240 mila (1982) a 130 mila (2004). Soltanto undici italiane su mille in Italia ricorrono all’interruzione di gravidanza, un indice fra i più bassi del mondo. In Francia, Svezia e Stati Uniti sono quasi il doppio, in Russia sei volte. Sono capaci i pasdaran della nuova destra d’indicare un’altra classifica mondiale dove l’Italia occupi una posizione tanto virtuosa? Alla luce dei risultati concreti, bisogna concludere che i cosiddetti “abortisti” si sono rivelati i veri difensori della vita. Loro avevano ragione e gli avversari, sedicenti paladini del diritto alla vita, hanno avuto clamorosamente torto. […] Sulla famiglia c’è tanto lavoro da fare, La chiesa cattolica, se è davvero interessata a difendere la vita, potrebbe mandare i suoi volontari nelle periferie, dove italiane e immigrate abortiscono per solitudine, povertà, disperazione. Oppure può rinunciare agli sconti sull’Ici e a una parte della montagna di soldi garantiti dall’8 per mille per favorire finalmente una politica della casa a favore delle giovani coppie. Sono proposte troppo estremiste, provocatorie, alla Zapatero? Sarà ma accade ovunque, dall’Olanda alla placida Svizzera. Nelle periferie la Chiesa collabora con gli stati laici, senza metterne in dubbio i valori. Soltanto noi italiani abbiamo il privilegio di un Ruini che compare ogni sera al telegiornale per fare l’elenco delle leggi buone e cattive.
L’editoriale di Curzio Maltese è stato pubblicato sul sito di Repubblica