Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, 67 anni, molto vicino a Giovanni Paolo II (ha collaborato all’enciclica Veritatis Splendor ) e a Benedetto XVI, teologo prossimo a Cl, è nel suo studio accanto alla galleria dei predecessori, chiusa da Lercaro, Poma e Biffi.
D. Monsignor Caffarra, la Chiesa è accusata di invadere la sfera della politica. I vescovi non sono mai stati così influenti come ora, neppure ai tempi della Democrazia cristiana. Non è forse così?
R. […] È il Vaticano II a impegnare la Chiesa a essere “realmente e intimamente solidale con il genere umano e la sua storia”; per questo rivendica la libertà di esprimere il suo giudizio morale sulla realtà umana; poiché la sua missione la abbraccia tutta. Se per influenza si intende il fatto che il magistero della Chiesa entra sempre più profondamente ed estesamente nel vissuto umano, allora sì: la Chiesa è sempre più presente; ed è un bene, visto che in Occidente l’uomo si trova a fronteggiare pericoli che mai aveva corso prima d’ora. Se invece si intende che la Chiesa opera nelle istituzioni pubbliche in contrasto con le proprie finalità e in modo scorretto, lo escludo». […]
D. Quali sono i pericoli che l’Occidente si trova a fronteggiare? Il nichilismo, il relativismo etico, il confronto con l’Islam?
R. «L’Islam è un reagente. La vera questione è che l’uomo per la prima volta ha il potere di ridefinire i contenuti essenziali della sua stessa umanità, ritenendo che non esista nessuna verità circa il bene dell’uomo che non sia il prodotto del consenso sociale; pensando e vivendo la propria libertà come il potere di determinare la verità di sé, e di ridisegnare la sua propria natura. Ma nulla è più contrario di questa visione ai dati originari del vissuto umano. La gente in questa situazione diventa sempre più pubblicamente religiosa, nel bene e nel male (penso ai fondamentalismi). Ora, pensare che il tutto si debba ancora risolvere con la separazione tra religione e vita pubblica, chiudendo la fede nel privato della coscienza dei singoli, è un residuo del passato. La cultura della separazione mi pare obsoleta. Ripetere oggi “libera Chiesa in libero Stato” è troppo poco».
[…] D. Esiste in Italia un pregiudizio anticattolico?
«Credo si possa notare un’attitudine anche (non solo) pregiudiziale di inimicizia verso la Chiesa cattolica. Sì, credo proprio lo si possa dire». […]
L’intervista di Aldo Cazzullo è stata pubblicata sul sito del Corriere della Sera
È notoria l’interpretazione ciellina del concetto di laicità dello Stato: la Chiesa è libera di gestire ospedali e scuole come vuole, lo Stato è obbligato a sovvenzionarli.