Solo apparentemente, e solo ad una lettura superficiale, le dichiarazioni di oggi del cardinale Ruini configurano una “mano tesa”, una volontà di dialogo. In realtà, il suo intervento è molto grave, forse uno dei più gravi di questi mesi. Comprendo l’esigenza di usare i cosiddetti “atei devolti” come altri, in altra fase storica, usavano gli “utili idioti”, cioè come stampella per rafforzare la propria egemonia… Però, sarebbe il caso di non esagerare… Dove sta scritto che il “secolarismo radicale” sia in contrasto o lontano dall’umanesimo? Starei per dire: come si permette di dire cose così grossolane? Noi, invece, da radicali, rivendichiamo una tradizione di umanesimo liberale, di attenzione alla centralità della persona, cioè dell’indivisuo come centro di relazioni, che sceglie nella libertà e nella responsabilità. Respingo la caricatura per cui vi sarebbero coloro che tengono ai valori (cioè i credenti e i pochi laici che piacciono a Ruini) e -invece- coloro che non hanno valori (cioè gli altri laici). Semmai, la distinzione è d’altro tipo, ed è tra liberali (laici e credenti) da una parte, e illiberali dall’altra, che -invece- pretenderebbero, come Ruini e Caffarra, di imporre a tutti le proprie scelte e visioni etiche e di coscienza.
L’intervento di Daniele Capezzone è stato pubblicato sul sito Radicali.it