[…] È del 18 ottobre una circolare interna alla scuola media statale Salinari di Montescaglioso, in provincia di Matera, che impone a tutti i docenti, segnatamente a quelli di lettere, l’intervento in classe di un cappuccino, tale Padre Flaviano, per “discutere con i ragazzi i valori fondanti della vita”. In una discutibile premessa alla circolare di otto punti, snocciolando una overdose di senso comune di chiara ispirazione cattolica e nazional popolare, il dirigente scolastico – il ‘preside’ -, Nunzio Nicola Pietromatera, esibisce il suo fermo proponimento a chiamare ogni studente a “motivare il senso della propria vita […] sui valori dell’uomo inteso come persona che interagisce con gli altri”. E come lo fa? Richiamando tutto il collegio docenti a prendere atto della sua ferma volontà: il prete in classe e la preghiera a inizio mattinata “come spinta per avviare la giornata con i migliori auspici”. Già, il cappuccino e la preghiera. Sembrerebbe un’accoppiata sacro-profana, se quel cappuccino fosse, però, non un frate ma una bevanda da bar!
E come se ciò non bastasse, nella stessa circolare il preside, annullando i diritti dell’altro, del non cattolico, concede a chi professa un credo ‘diverso’ di “espletare il proprio dovere con le loro preghiere”. Dove l’assurdo? In tre punti: nell’imporre la preghiera a tutti, senza eccezione, dimenticando che non tutte le fedi pretendono di addolcire la giornata con delle orazioni mattutine; nell’istituire la preghiera come un ‘dovere’, quasi fosse un esercizio utile all’apprendimento come recitare il Cinque Maggio; infine, fatto forse ancora più grave, nel calpestare il diritto al dissenso, al dubbio, al pensiero critico e/o ateo. […]
Fonte: AprileOnLine