L’Unione prova a ricucire lo strappo. Nella bozza del programma che dovrà portare alle elezioni è stato inserito anche il testamento biologico, il documento che indica ai medici come comportarsi in caso di malattia che comporta incoscienza. Alle proteste della Margherita, che con Tiziano Treu aveva parlato di «anticamera dell’eutanasia», risponde il diessino Luigi Manconi, che di quella norma è l’estensore. «Il testamento di vita – spiega Manconi – è l’esatto contrario dell’eutanasia, perché si limita ad impedire qualsiasi forma di accanimento terapeutico. Tuttavia possiamo mettere nero su bianco che nel testamento non si può chiedere l’eutanasia. Del resto non abbiamo mai pensato di inserirla nel programma». UN EQUIVOCO – Si dice sorpreso Manconi: «È stato solo un equivoco, evidentemente la formula usata ha fatto scattare un’associazione di idee che in questo caso non ha alcun fondamento. Nella commissione che ha approvato quel documento c’erano anche politici della Margherita». Non solo: «Un ddl sul testamento biologico – ricorda – è stato approvato all’unanimità dalla commissione Sanità del Senato, con relatore l’udc Salzano. Anche il comitato di bioetica aveva chiesto al Parlamento di legiferare su questo punto, e pure nella Chiesa c’è chi è a favore». SDI E MARGHERITA – Manifesta stupore il vicepresidente dello Sdi Roberto Villetti, che attacca la Margherita: «È ben distante dall’essere un prototipo dell’Ulivo e come questo si possa conciliare con la costruzione del Partito democratico è un mistero». Ma la Margherita conferma il suo no: «Vedo rischi preoccupanti – dice Giuseppe Fioroni – quando si parla di qualità della vita che non merita di essere vissuta. Il testamento biologico è un tema talmente complesso che non può essere affidato ad una sintesi del programma di governo». […]
Fonte: il Corriere della Sera