Boselli: «Necessario nel programma il no a uno Stato clericale»

D. Del programma elaborato finora dai suoi alleati, cosa pensa?
R. «È un lavoro costruttivo, ma non conclusivo. Ci sono ancora molti nodi da sciogliere. Il primo? Serve una posizione chiara sulla laicità dello Stato, perché è in corso una vera campagna neointegralista, e noi dobbiamo opporci. Come ha scritto Gian Enrico Rusconi sulla Stampa , non si tratta di divisione tra laici e cattolici, o tra credenti e non credenti, ma di contrapposizione laici/clericali. Noi siamo contrari allo Stato clericale».
D. È un punto programmatico irrinunciabile?
R. «Il “minimo sindacale”. Così come lo è un netto impegno a difesa della 194 e della scuola pubblica».
D. Il Time scrive che «da alcuni mesi, i politici italiani pendono dalle labbra di Ruini».
R. «Ruini è diventato un attore politico e i partiti italiani non rispondono con l’energia necessaria, fanno calcoli sul voto cattolico. È un errore. Insisto: bisognerebbe rivedere il Concordato per superare i privilegi del Vaticano, che equivalgono a 3 miliardi di euro all’anno».
L’intervista di Daria Gorodisky a Enrico Boselli è stata pubblicata sul sito del Corriere della Sera

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