«Io dico che la legge 194, finora, non è stata applicata bene. Avete ragione voi, cari amici, dobbiamo impegnarci a ridurre al minimo le interruzioni di gravidanza…». Francesco Rutelli, presidente della Margherita. Con i militanti del Movimento per la vita che applaudono soddisfatti. Il fondatore del movimento, Carlo Casini, in un angolo, sospira: «Francesco sta dicendo quello che, in fondo, era già venuto a dirci, meno di tre settimane fa, anche il mio omonimo, Pier Ferdinando, il presidente della Camera… Francesco è coraggioso. È uno di noi». Non casualmente, il presidente della Margherita è stato accolto da uno striscione rosso, sul marciapiede bagnato di piazza della Calza: «Orgoglio laico». Ragazzi, Che Guevara, sciarpe sul viso. Ragazzi che scandiscono cori. « Gli embrioni/ non hanno nemmeno cervelli/ proprio come/ Casini e Rutelli ». Francesco Rutelli era dall’altra parte della strada e stava per fare ingresso a questo convegno organizzato dal Movimento di Carlo Casini, gran capo spirituale degli anti-abortisti d’Italia. Abito gessato grigio e sorriso largo. Rutelli ha deviato, affrontando la piccola contestazione. «Ragazzi, cercate di capire: io ho il dovere politico di parlare, di dialogare con tutti…». I militanti, dentro, non fiatano. Attentissimi. Rutelli si sta rivolgendo al presidente della Camera, è un passaggio decisivo del suo intervento: «Commissione d’indagine sulla 194? No. Sono contrario alle indagini parlamentari varate al termine di una legislatura. Hanno avuto cinque anni di tempo…». Gli applausi, ora, sono meno fragorosi. Rutelli comunque prosegue con una richiesta: «Su questi temi, mi piacerebbe che l’opposizione evitasse di fare campagna elettorale…». […]
L’articolo di Fabrizio Roncone è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera