Cala il numero delle interruzioni di gravidanza tra le cittadine italiane, ma aumenta tra le donne immigrate. È questa la sintesi di un convegno che si e’ tenuto a Roma all’Istituto Superiore di Sanita’ nel corso del quale sono stati presentati alcuni studi sulle donne immigrate insieme a uno, di prossima pubblicazione sulla rivista ‘Ostetricia e Ginecologia’, che riguarda piu’ in generale la situazione epidemiologica delle interruzioni di gravidanza in Italia. Entrambi gli studi, oltre agli altri interventi che sono stati effettuati nel corso del convegno, sono stati pubblicati dal sito Epicentro del Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Istitituto Superiore di sanita’. I dati riportano che il fenomeno dell’interruzione volontaria di gravidanza tra le donne straniere nel nostro paese e’ in costante crescita: 10.131 (7,4 per cento del totale) nel 1996, 21.201 (15,9 per cento) nel 2000 e 31.836 (26 per cento) nel 2003. In alcune Regioni, dove maggiore e’ la presenza di immigrati, questa percentuale risulta piu’ elevata: 38 per cento in Veneto, 37 per cento in Lombardia, 34 per cento in Emilia Romagna, 33 per cento in Piemonte e 31 per cento nel Lazio. Anche i tassi di abortivita’ indicano un ricorso all’aborto molto maggiore tra le donne straniere rispetto alle italiane (rispettivamente 35,5 e 8,1 per 1000 donne in eta’ feconda nel 2002). A ricorrere all’aborto nella maggior parte dei casi sono donne disoccupate (spesso colf o collaboratrici famigliari) da poco arrivate nel nostro paese: in media da due a tre anni.
Lancio AGI
Le statistiche confermano quanto già si sapeva: la legge 194 è una buona legge, che ha contribuito in modo decisivo alla riduzione del ricorso all’interruzione di gravidanza. I parlamentari che la votarono nel 1978 non potevano certo prevedere i flussi migratori verso l’Italia di tre decenni dopo: e su questo aspetto bisognerà evidentemente intervenire. Ma dubitiamo che uno zelante volontario cattolico del Movimento per la Vita possa convincere le immigrate, soprattutto se di altre religioni, a cambiare idea. Ne potranno piuttosto nascere nuovi motivi di conflitto.