479 sì, nessun no e 1 astenuto: questi i numeri con cui la Camera ha approvato (praticamente all’unanimità) la legge che previene e vieta le pratiche di mutilazione genitale femminile. La cosiddetta infibulazione . Il testo, prima di diventare legge a tutti gli effetti, dovrà tornare al Senato (sarà la terza lettura a Palazzo Madama) ma solo per l’approvazione di un emendamento della Commissione Bilancio che ne corregge la copertura finanziaria. Ma a breve chiunque praticherà l’infibulazione sarà punito con la reclusione da 4 a 12 anni. E la pena sarà aumentata di un terzo se la mutilazione sarà compiuta su una minore e in tutti i casi in cui viene eseguita per fini di lucro. I medici scoperti a praticarla, inoltre, rischiano anche la cancellazione dall’ordine per un massimo di 10 anni. La legge italiana colpirà i colpevoli anche nel caso in cui l’infibulazione venga eseguita all’estero. E non si limita semplicemente a proibire. Contiene infatti anche una parte propositiva. Lo Stato si impegna ad avviare una serie di campagne di informazione rivolte agli immigrati. Campagne che cercheranno di raggiungere le comunità (soprattutto africane) che vivono in Italia dove l’infibulazione è ancora una pratica radicata. Previste anche campagne informative nei paesi d’origine: nei consolati italiani all’estero, al momento della concessione del visto, ci saranno funzionari incaricati di far conoscere la legge italiana sui diritti delle donne e delle bambine. […]
Fonte: l’Unità