L’ora di religione, una storia infinita

Il 16 dicembre 1985 veniva emanato il Dpr 751, la storica Intesa Falcucci- Poletti attuativa del nuovo regime concordatario per l’insegnamento della religione cattolica (Irc) nelle scuole statali e degli Enti locali. […] La questione approdò alla Corte costituzionale che con due importanti sentenze (203/1989; 13/1991), nel rispetto del principio di non discriminazione riconobbe lo stato di assoluto non obbligo di coloro che non scelgono l’Irc. Ma né la Corte, né tantomeno i vari governi ardirono trarre le debite conseguenze: l’alunno/a che non si avvale ha tutti i diritti, da quello di non fare nulla fino a quello di uscire dall’edificio scolastico durante l’Irc… purché non sia l’Irc a uscire dall’orario scolastico obbligatorio. E la storia infinita continua. La riforma Moratti, pur prevedendo un’area facoltativa, mantiene saldamente l’Irc all’interno dell’orario obbligatorio; sono stati immessi in ruolo migliaia di insegnanti su questo insegnamento facoltativo e confessionale; nelle recenti disposizioni sul portfolio delle competenze si prevede la presenza del giudizio in Irc o in un’attività alternativa, violando contemporaneamente il Testo unico della legislazione scolastica che stabilisce la compilazione di una nota a parte per l’Irc, e le sentenze della Corte costituzionale sullo stato di non obbligo di chi non si avvale. Ma se da parte del Miur il mantenimento dell’Irc nell’orario obbligatorio può configurarsi come un vero e proprio pedaggio da pagare al Vaticano in vista di sostegni elettorali, va anche detto che una parte di quel mondo laico attento al rispetto dei diritti delle minoranze e della libertà di coscienza tende oggi a ripiegare nei confronti della battaglia condotta per anni, rivolgendo un interesse prioritario a prospettive, peraltro già latenti, tutte iscritte nell’orizzonte di un pluralismo religioso in sintonia con la confusione oggi dilagante tra identità e religione. […] E poiché è opinione dominante, veicolata senza quasi distinzione dai media, che i valori passano ai giovani solo attraverso la famiglia e le religioni (occidentali), si affollino pure di religiosità gli orari scolastici, sotto il manto ecumenico della religione di maggioranza. La costruzione di Falcucci e Poletti sta dando frutti più copiosi di quanto nel clima di allora fosse dato prevedere.
L’articolo di Antonia Sani (di Scuola e Costituzione) è stato pubblicato sul sito del Manifesto

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