Papa Benedetto XVI ha ricordato oggi che la storia della Chiesa è costellata di martiri e che la fede cristiana in varie parti del mondo richiede ancora oggi l’eroismo del martirio. “Come non riconoscere che anche in questo nostro tempo, in varie parti del mondo, professare la fede cristiana richiede l’eroismo dei martiri?”, ha detto il Pontefice nella recita dell’Angelus a Piazza San Pietro. “Come non dire poi che dappertutto, anche là dove non c’è persecuzione, vivere con coerenza il Vangelo comporta un prezzo alto da pagare?”, ha aggiunto il Papa, nel giorno della festa religiosa di Santo Stefano, il primo martire. “Un particolare legame”, ha detto Benedetto XVI, unisce il Natale alla festa di Santo Stefano e il riferimento al suo martirio non deve “sembrare fuori luogo nell’atmosfera di gioia del Natale”. “In effetti – ha spiegato il Papa – sulla mangiatoia di Betlemme già si allunga l’ombra della croce”. “Già alle origini” del Cristianesimo, ha osservato Papa Ratzinger, molti hanno testimoniato la propria fede “con l’effusione del sangue”. “Ai primi martiri – ha detto ripercorrendo le vicende della Chiesa – ne seguiranno altri nel corso dei secoli fino ai giorni nostri”. […]
Lancio Reuters
Il richiamo al martirio, fatto da Benedetto XVI, ci sembra non solo fazioso, ma anche pericoloso. Non passa giorno che da qualche parte del pianeta qualche ‘martire’, voglioso di testimoniare la propria fede (per quanto sia una fede concorrente), non si faccia saltare per aria. Insieme, purtroppo, ad altri esseri umani, magari non religiosi, che avrebbero preferito continuare a vivere. Ci vuole poco, veramente poco, per stuzzicare la fantasia di certi facinorosi, e sarebbe il caso di non scherzare col fuoco. Quanto alle persecuzioni, se è vero che in diverse parti del mondo i cattolici sono perseguitati per la loro fede, è altrettanto vero che, in altre parti del mondo, le parti si invertono. I non credenti potrebbero ricordare le discriminazioni, legali e non, patite nella maggioranza degli stati. I musulmani delle ‘cattoliche’ Filippine si sentirebbero, probabilmente, un po’ beffati. E il recente ricordo delle lotte religiose nel Ruanda, dove sacerdoti cattolici si sono macchiati di crimini per cui sono indagati dal Tribunale Internazionale, dovrebbe quantomeno invitare alla cautela (per tacer dei Balcani). Particolarmente triste, da questo punto, è il richiamo ratzingeriano al cristianesimo delle origini: se già Voltaire aveva dimostrato che i martiri cristiani durante le persecuzioni imperiali furono poche migliaia, i secoli di cristianesimo imperante hanno prodotto ben altri numeri di vittime. Ma di ciò non vi è traccia nel discorso papale.
Il link a due siti più o meno in tema:
Alcuni casi di umanisti perseguitati (non ‘martiri’), dal sito IHEU
Il negazionismo cattolico: il sito Kattoliko (brutte quelle ‘k’, vero?)