«Il Cardinale fa politica con la Messa di Natale. Siamo preoccupati per la laicità dello Stato». Attaccano Silvio Viale (Rosa nel pugno), Vincenzo Chieppa (Pdci) e Gianni Favaro (Prc). «Uno stato laico non zittisce nessuno. Bene ha fatto il cardinale ad intervenire per difendere la libera espressione del pensiero della Chiesa cattolica», replica Marco Calgaro, vicesindaco di Torino e segretario provinciale della Margherita. Anche An e Forza Italia si schierano a fianco della Chiesa: «Giusto difendere la libertà di espressione». […] La Chiesa valdese che critica «l’uso della religione per fini politici e per imporre a tutti i cittadini, a qualunque religione appartengono, i valori della religione dominante» e difende il principio della divisione tra Chiesa e Stato. Nell’omelia di Natale, monsignor Poletto è tornato sulla contestazione subita nei giorni scorsi da un gruppo di giovani – «Poletto stai zitto, l’aborto è un diritto», c’era scritto su uno striscione appeso sui muri dell’Arcivescovado per ribadire che «la Chiesa non può essere zittita perché è come voler zittire la parola di Dio». […] Secondo Silvio Viale «si è trattato di una speculazione politica sulla Messa di Natale, che ha preso a pretesto una contestazione ingenua ed innocua di alcuni giorni prima. Come se io prendessi a pretesto le” minacce di morte”, zeppe di citazioni bibliche e religiose, che ho ricevuto in questi mesi, l’ultima proprio alla vigilia di Natale, per indicare nella Curia e nei “cattolici” chi vuole zittirmi ed annientarmi». Conclude: «Nessuno vuole “zittire” Severino Poletto, ma chiedergli solo il senso della misura». Conclude: «Altro che “zittito”, c’è piuttosto da rivendicare la par-condicio nei confronti di una presenza così straripante». […]
L’articolo di Maurizio Tropeano è stato pubblicato sul sito della Stampa
Un altro triste episodio è accaduto nella mattinata di giovedì 22 dicembre. Un gruppo di militanti antiabortisti si è formato davanti all’ingresso dell’ospedale Sant’Anna, portando lumini e recitando preghiere, proprio mentre entravano nel nosocomio le donne che avevano programmato l’interruzione di gravidanza. Alla faccia del rispetto e della privacy.