Sade s’innamorò una sola volta nella sua vita. Nelle strade spirituali del sodomita, dell’orgiasta furioso, del personaggio che si considerava più grande di Galileo perché aveva scoperto i segreti della coscienza dell’uomo, dilagò per qualche tempo quel sentimento cantato e compreso dai poeti. Alcune lettere, scoperte nelle profondità di un archivio da Maurice Lever, biografo del «Divino Marchese», hanno fornito la prova trasformandosi poi in un libro (Maurice Lever, Je jure au marquis de Sade, mon amant, de n’être jamais qu’à lui…, editore Fayard, pagine 127, e 20). E non era un amore a senso unico. Si parlava da decenni della «Monaca di Sade»,manessuno aveva mai trovato la confessione della donna.Hail sapore di una professione religiosa dedicata a questo amante terribile che era già stato incarcerato nell’aprile del 1768 per ordine del re perché aveva versato cera bollente nelle ferite di una giovane mendicante su cui aveva usato selvaggiamente la frusta.[…]
L’articolo completo è apparso sul sito del Corriere della Sera