“Moltissime donne provenienti da altri Paesi stanno usando farmaci senza controllo alcuno per interrompere le gravidanze. Si fanno prescrivere le prostaglandine, farmaci per il mal di stomaco, ma poi ne assumono da 50 a 100 pasticche che fanno contrarre l’utero e abortiscono. È un fenomeno in crescita ma con tutti i rischi del caso”. Lo ha detto il prof. Carlo Flamigni, ginecologo all’universita’ di Bologna e uno dei massimi esperti di fecondazione assistita, commentando le parole del Santo Padre che, sulla pillola RU486 (la pillola per interrompere la gravidanza) ha invitato “ad evitare di introdurre farmaci che nascondono in qualche modo la gravita’ dell’aborto, come scelta contro la vita”. “Moltissime straniere che assumono prostaglandine in eccesso per abortire sono state ricoverate anche in condizioni gravissime. È un fenomeno clandestino, in crescita”, ha proseguito il prof. Flamigni. “Almeno – dice il ginecologo – la pillola RU486 potrebbe essere controllata dalle Asl e dagli ospedali e questo darebbe una certa tranquillita’ a chi desidera abortire”. “Immaginare che per far prendere coscienza della gravita’ delle loro scelte a queste donne, sia necessario farle soffrire o caricare drammaticamente la loro esperienza vuol dire proprio non comprendere la natura delle donne, ma da un uomo, anche se Papa possono aspettarmelo”. ha concluso Flamigni.
Lancio AGI