Reazioni alle manifestazioni

Nel corteo romano c’è anche Daniele Capezzone, segretario di Radicali italiani. «No all’Opa vaticana sulla società e la politica italiane» ha detto. «C’è una scalata in corso da parte di Joseph Ratzinger e di Camillo Ruini – spiega Capezzone – che puntano sulla tendenza alla genuflessione delle forze politiche. A loro dico che le uniche cose provocatorie di oggi sono il fatto che vi siano italiani privati di alcuni diritti civili e che proseguano le indebite ingerenze vaticane». Capezzone ha poi indicato tre obiettivi per le unioni civili: «occorre una forma di registrazione; che sia garantita una serie di diritti, per esempio quelli dei pacs francesi; che questi diritti abbiano una garanzia pubblicistica, non solo contrattuale e privatistica».
Emma Bonino, alla manifestazione in difesa della 194 («È una manifestazione enorme, gioiosa e determinata» ha detto), ha parlato della proposta di legge che la Rosa nel Pugno presenterà la settimana prossima per chiedere una serie di modifiche alla legge. «È un atto di chiarezza» ha detto, per correggere «storture e limiti» della legge. «È incredibile – ha proseguito Emma Bonino – che sia di nuovo necessario dopo 30 anni scendere in piazza per difendere una delle poche leggi che in Italia hanno funzionato». La delegazione della Rosa nel Pugno porta uno striscione con la scritta «Basta molestie clericali». «Dopo il presidente operaio – ha detto l’europarlamentare radicale -, un Papa farmacista».
«Negli ultimi tempi la laicità dello Stato è messa in discussione nel nostro paese» ha detto, accolto da «bravo, bravo», il giudice Giovanni Palombarini di Magistratura Democratica, dal palco di piazza Farnese. Palombarini ha sottolineato che per le unioni di fatto, «c’è la necessità del riconoscimento di una tutela giuridica. La prossima legislatura dovrà provvedere a colmare questa lacuna».
«Vedo tutti estremamente felici per una grande e riuscita manifestazione, c’è anche una bella giornata di sole, il che significa che Dio ci vuole bene». È il commento del presidente onorario dell’Arcigay e deputato Ds Franco Grillini, presente alla manifestazione di Roma. Grillini ha sottolineato che l’incontro di oggi «non ha nulla di folkloristico, è invece la manifestazione più sobria che ho visto negli ultimi anni».
Arrivano anche i primi commenti dal centrodestra. Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, a Torino per l’avvio della campagna elettorale dell’Udc: «Prodi dice di essere amareggiato? Noi siamo preoccupati. In tema di famiglia, la politica del centro sinistra la fa l’Arcigay, non Romano Prodi». «Per me – ha concluso – la famiglia resta quel luogo dove c’è almeno un uomo e una donna, non riesco a parificarne di altro tipo».
«Queste manifestazioni hanno veramente nauseato – sostiene il ministro per le Riforme, il leghista Roberto Calderoli -. La famiglia è una cosa seria. Pacs e porcherie varie hanno come base l’arido sesso e queste assurde pretese di privilegi da parte dei “culattoni”, per dirla alla Tremaglia, sono fuori luogo e nauseanti».
Fonte:Corriere.it
In un articolo dell’Osservatore Romano, giornale vaticano, viene criticata la manifestazione in programma oggi a Roma, in piazza Farnese, dove alcune coppie di fatto riceveranno una simbolica benedizione dal magistrato di Cassazione Giovanni Palombarini. In contemporanea a Milano si terrà una manifestazione in difesa della 194 sull’aborto: «Due piazze per la libertà». Più che condanna, nell’articolo dell’Osservatore si coglie un senso di tristezza. Come siamo caduti in basso, sembra dire l’autore, invece di idee, «fioccano slogan e provocazioni». Fioccano invece disapprovazioni per Palombarini. L’altro giorno il ministro della Giustizia Castelli lo ha invitato a desistere. Ora lo attacca Virginio Rognoni, vicepresidente del Csm: «Ognuno può fare quello che vuole, ma a me non piace». Secondo Rognoni, «una maggiore sobrietà e misura sarebbe più conveniente per un magistrato».
Toni distesi invoca il giornale vaticano, che al fondo di tutto questo agitarsi scorge il grande pericolo, l’attacco alla famiglia. «Si è aperta una partita decisiva, inimmaginabile fino a qualche decennio fa». Anche il Papa l’altro ieri ha fatto balenare il timore che si voglia «oscurare il senso della famiglia» a favore di altre forme di unione. E ora Alessandro Cecchi Paone, che guiderà dai microfoni la manifestazione di piazza Farnese, se la prende col sindaco Veltroni, il presidente della Regione Lazio Marrazzo e il presidente della provincia Gasbarra, che ascoltavano quelle parole del Papa «seduti come scolaretti. È impressionante».
Ma le gerarchie cattoliche non hanno nessuna intenzione di starsene buone. Anzi insistono nel mettere in luce i pericoli di disordine sociale ed etico che possono derivare da una crisi della famiglia. A questo ha dedicato un intervento l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, secondo il quale «una coppia omosessuale non può essere messa sullo stesso piano e definita famiglia allo stesso modo del matrimonio». E lo stesso Osservatore accusa: attraverso i Pacs si vuole introdurre il matrimonio tra omosessuali.
Invece è proprio quello che si cerca di realizzare, teme il presidente delle Acli Luigi Bobba, si vuole introdurre «un matrimonio di serie B». Perché poi tutto questo attivismo? Non sono mica così numerose le unioni di fatto. «E ben altre sono le emergenze sociali». Una visione condivisa nel centrodestra. I Pacs (patto civile di solidarietà), ritiene il responsabile di An per la famiglia, Riccardo Pedrizzi, prefigurano «un’Italia alla Zapatero». Sarà «un carnevale», ironizza Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera. Fioriscono iniziative di senso opposto. Il ministro della Funzione Pubblica Mario Baccini andrà a un raduno a favore della famiglia. Scenderanno in piazza per contestare i cattolici di Militia Christi egli estremisti di destra di Forza Nuova.
Fonte: Corriere.it

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